Om 54 notti ed un giorno
Cinquantaquattro notti ed un giorno e non il contrario perché il buio e la notte hanno vinto sulla luce e sul giorno. Un tempo che ha segnato il dramma autentico di una Repubblica che è sul punto di capitolare di fronte all'attacco brigatista. Aldo Moro, rapito e prigioniero, non ha alcuna intenzione di immolarsi sull'altare della patria e tenta, con gli strumenti ridotti di cui dispone, di salvarsi. Notti di angoscia che provocano un forte emozione tra gli italiani, ansie e tensioni alternate da colpi di scena. Il Vaticano ha messo da parte un'enorme somma, dieci miliardi di lire, e si è affidato ad esponenti particolarmente qualificati come Don Cesare Curioni, ma un ruolo rilevante lo ha avuto anche un laico, Corrado Corghi, già esponente di rilievo della Democrazia Cristiana e legatissimo al cardinale Sergio Pignedoli a sua volta fedele amico di Paolo VI. Corghi è un personaggio leggendario che dopo aver abbandonato la politica è inviato in America Latina e quando è ucciso Ernesto "Che" Guevara l'uomo che lo accompagna, un fervente cattolico francese, è tenuto prigioniero per anni, sarà Corghi a trattare la liberazione. I socialisti italiani in cerca di un rilancio politico rompono il fronte della fermezza e si schierano apertamente per la trattativa. Contattano gli ambienti dell'autonomia romana che si sospetta siano contigui al brigatismo per trovare un accordo con i terroristi. L'iniziativa socialista è sul punto di arrivare al successo. Vitalone, strettissimo collaboratore di Andreotti, contatta invece Daniele Pifano che è il capo di un gruppo dell'autonomia romana, il collettivo dei Volsci, che pure conferma la possibilità di liberare Moro attraverso uno scambio anche di un solo prigioniero. Uno scambio, senza tuttavia dichiarare pubblicamente il baratto, emettendo un provvedimento di clemenza unilaterale. Il nome che circola è quello di Paola Besuschio, si dice che è giovane, si dice che è malata grave. Non è vero, ancora oggi è viva e gode di buona salute. Il fatto che siano state raccolte somme rilevanti suscita appetiti da parte delle organizzazioni criminali che tentano di arrivare alla prigione del popolo per poter mettere le mani sul riscatto, si muove sullo sfondo un variegato mondo di politici, criminali più o meno pentiti in cerca di soldi e credito. A scandire le notti che passano spesso insonni è proprio il prigioniero, fotografato due volte con il drappo delle BR dietro le spalle, scrive lettere destinate a politici amici e ad esponenti di partito, sono scritti dai toni sempre più drammatici che suggeriscono nomi di spie e scambi segreti. Dall "prigione del popolo" Aldo Moro chiama in causa un abile agente segreto italiano, Stefano Giovannone, una spia di fiducia del rapito. Giovannone insieme a Fulvio Martini, poi divenuto capo del Sismi, mette in piedi un'importate e segreta operazione per salvare il politico democristiano. L'operazione segreta, approvata dal governo, coinvolge la Jugoslavia di Tito, la Libia di Gheddafi ed organizzazioni terroristiche internazionali come la tedesca RAF ed i palestinesi del FPLP, cellula marxista dell'OLP di Arafat. Sembra che i due 007 italiani siano sul punto di riuscire, replicando il successo di un'operazione del governo della Germania dell'Ovest nel 1975 relativa al sequestro di un politico democristiano tedesco (Peter Lorenz), liberato in cambio della liberazione di detenuti politici che sono trasveriti nello Yemen. A recapitare le lettere del prigioniero, un giovane sacerdote, un'allieva ed i collaboratori di Moro, sono loro probabilmente il canale di ritorno, un binario di comunicazione che consente di far pervenire al politico democristiano effetti personali, notizie ed altre piccole cose particolarmente preziose.
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