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  • av Luca Stefano Cristini
    329,-

    Il Panzerkampfwagen 38(t) non nasce tedesco. Il suo nome originale era LT vz. 38, ed era il miglior carro armato cecoslovacco realizzato tra le due guerre. Ebbe però fortuna e sostanziale utilizzo solo in un altro esercito, quello tedesco che ribattezzò il mezzo Pz.Kpfw.38(t). Nella Wehrmacht, questo carro armato divenne uno dei simboli della Blitzkrieg, combattendo nell'avanguardia delle unità corazzate tedesche. Fu quindi così che nella primavera del 1940, i carri armati costruiti a Praga distrussero i veicoli britannici e francesi che due anni prima non erano riusciti a venire in aiuto della Cecoslovacchia...

  • av Luca Stefano Cristini
    329,-

    The Panzerkampfwagen 38(t) was not born German. Its original name was LT vz. 38, and was the best Czechoslovak tank made between the wars. However, it only had luck and substantial use in another army, the German army, which renamed the vehicle Pz.Kpfw.38(t). In the Wehrmacht, this tank became one of the symbols of the Blitzkrieg, fighting in the vanguard of the German armoured units. Thus it was that in the spring of 1940, the Prague-built tanks destroyed the British and French vehicles that had failed to come to the aid of Czechoslovakia two years earlier...

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    During the Second World War, Hungary deployed several tank units to support the Axis war effort. The Hungarian army mainly used two types of tanks during the conflict: the Toldi and the Turán in different variants. The Toldi was a Hungarian light tank developed in the 1930s. It was an agile tank suitable for reconnaissance and troop support tasks. The Turán was the first mass-produced Hungarian tank. It was based on the chassis of the Czechoslovak LT vz. 38. However, the light armour made these tanks vulnerable to enemy hits. They were mainly used on the Eastern Front against the Soviet Union.

  • av Massimiliano Afiero
    328,-

  • av Gabriele Malavoglia
    276,-

    General Rupnik, with Anton Kokalj, Ernest Peterlin and Janko Kregar, constituted the Slovenska Domobranska Legija (Slovenian Legion of Guards) on 24 September 1943, supported by representatives of the pre-war political parties in the Ljubljana region and organised it into 3 Battalions. It must be emphasised, however, that while Rupnik was inclined to collaborate with the Germans and was convinced of the victory of the Third Reich, Peterlin wanted to form a heavily armed unit, with heavy machine guns, mortars and cannons of various calibre (with the secret aim of having an armed force ready to carry out a nationalist and independence uprising), but the Germans never approved such a project. To call young people to enlist, a vibrant appeal, signed by Rupnik himself, was published on the same day in the main Slovenian Catholic newspaper, 'Slovenec'. On 30 September, following the German occupation of the province of Ljubljana, the Germans renamed the Legion into the Slovenian Territorial Guard (Slovensko Domobranstvo in German Slowenische Landwehr), effectively taking control of it.

  • av Francesco Mattesini
    276,-

    Nella preparazione dello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, denominato in codice Operazione "Husky", nel corso della primavera di quell'anno i Comandi d'intelligence britannici misero in atto misure molto elaborate per confondere il nemico circa la data e la destinazione dell'attacco. Tra l'altro, nella speranza di ritardare i rinforzi tedeschi alla Sicilia, di ridurre la minaccia aerea ai loro convogli d'invasione e di tenere le forze navali principali (navi da battaglia e incrociatori) lontane dalla zona della Sicilia, furono fornite ad arte, tramite agenti in nazioni neutrali come il Portogallo e la Spagna, false informazioni. Da parte degli Stati Maggiori delle Forze Armate italiane e dei Comandi tedeschi in Italia, l'operazione di sbarco degli Alleati in Sicilia era attesa. Benito Mussolini, il feldmaresciallo Albert Kesselring e il Capo del Comando Supremo generale Vittorio Ambrosio, nonostante ogni manovra di depistaggio degli angloamericani per ingannare italiani e tedeschi dal reale obiettivo di sbarco in Sicilia, erano convinti che l'invasione sarebbe avvenuta in quella grande isola. Tra le misure di depistaggio la più famosa ed elaborata fu l'operazione "Mincemeat" Glyndwr Michael, un gallese morto per edema polmonare, venne trovato in un obitorio e vestito della divisa militare sotto il nome di un fantomatico "maggiore William Martin dei Royal Marines". La sua morte fu simulata come causata da annegamento, avvenuto mentre si trovava in volo su un aereo che per un incidente sarebbe precipitato in mare presso le coste Atlantiche della Spagna meridionale, con falsi documenti confidenziali che indicavano come obiettivi di uno sbarco la Grecia e probabilmente anche la Sardegna. Il suo cadavere, trasportato da un sommergibile britannico, fu trovato dagli spagnoli sulla spiaggia di Huelva. I documenti che possedeva furono passati dagli spagnoli ad agenti tedeschi, e pervennero a Belino, che subito ne informò Roma. Ma il piano, osannato nei paesi anglosassoni come un successo eccezionale che avrebbe perfino condizionato l'esito della guerra a favore degli alleati, sviando l'attenzione dei tedeschi dal rafforzamento della Sicilia, non andò come essi credevano, tanto farci due film, romanzati e falsi. I Comandi italiani e tedeschi in Italia, a differenza di quanto avveniva a Belino (che inizialmente, in particolare Hitler, credette a quell'inganno), non abboccarono alla macabra messa inscena, come il lettore si accorgerà leggendo questo libro.

  • av Francesco Mattesini
    276,-

  • av Gabriele Malavoglia
    276,-

    Il generale Rupnik, insieme a Anton Kokalj, Ernest Peterlin e Janko Kregar, costituirono il 24 settembre 1943 la Slovenska Domobranska Legija (Legione Slovena delle Guardie), sostenuta dai rappresentanti dei partiti politici esistenti prima della guerra nella regione di Lubiana ed organizzata su 3 Battaglioni. Bisogna però sottolineare che, mentre Rupnik era propenso a collaborare con i tedeschi ed era convinto della vittoria del Terzo Reich, Peterlin desiderava formare un'unità pesantemente armata, con mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni di vario calibro (con l'obiettivo segreto di avere una forza armata pronta per compiere una rivolta nazionalista ed indipendentista), ma i tedeschi non approvarono mai un tale progetto. Per richiamare i giovani all'arruolamento, lo stesso giorno fu pubblicato un vibrante appello, firmato dallo stesso Rupnik, sul principale quotidiano cattolico sloveno, "Slovenec". Il 30 settembre, in seguito all'occupazione tedesca della provincia di Lubiana i tedeschi ribattezzarono la Legione in Guardia Territoriale Slovena (Slovensko Domobranstvo in tedesco Slowenische Landwehr), assumendone di fatto il controllo.

  • av Luca Cristini
    284,-

    The L6/40 Tank was the only true Italian light tank of World War II. Used during the Second World War mainly by the Regio Esercito, which employed it in practically all theaters of war: North and East Africa, Russia, the Balkans and the rest of Europe. Used mainly as a reconnaissance vehicle from the spring of 1941 until the armistice with the Allies in September 1943. A vehicle originally designed for mountain operations, it soon proved unsuitable for the operations to which it was entrusted. Even before it went into action, it was obsolete both in terms of armament and weak armour.

  • av Luca Cristini
    329,-

    Il Carro Armato L6/40 fu l'unico vero carro armato leggero italiano della Seconda Guerra Mondiale, utilizzato prevalentemente dal Regio Esercito che lo impiegò praticamente in tutti i teatri di guerra: Africa settentrionale e orientale, Russia, Balcani e resto dell' Europa. Venne utilizzato soprattutto come mezzo di ricognizione a partire alla primavera del 1941 fino all'armistizio con gli alleati nel settembre 1943. Mezzo originariamente progettato per le operazioni in montagna, si rivelò tuttavia presto inadatto alle operazioni cui venne affidato. Già prima di entrare in azione, era obsoleto sia per l'armamento che per la debolezza della corazza.

  • av Alberto Peruffo
    288,-

    La divisione Florian Geyer era nata come un'unità predisposta per combattere le forze partigiane ma si trovò a svolgere anche compiti di prima linea a cui non era preparata. Rispetto alle altre divisioni delle SS la Florian Geyer si trovò svantaggiata nei combattimenti regolari soprattutto per quanto riguardava la preparazione tattica degli ufficiali intermedi. Queste carenze furono sopperite, in parte, dal forte spirito di corpo degli uomini della divisione che non venne mai meno neppure alla fine, facendone così un unità d'élite.Le vicende della 22° divisione Maria Theresia rimangono strettamente legate alla terribile battaglia di Budapest. Questa unità delle SS seppe tenere testa alle preponderanti forze nemiche, questo malgrado che la formazione della divisione risalisse a soli pochi mesi prima della decisiva battaglia. La maggior parte dei suoi uomini era rappresentato da coscritti, inoltre, il suo armamento, non era certo dei più all'avanguardia. Nonostante ciò i suoi soldati preferirono l'annientamento totale piuttosto che la resa, dimostrando un valore non comune.

  • av Luca Stefano Cristini
    529,-

    I soldati italiani dal Risorgimento al 1910 La prima parte di questo volume raccoglie una serie di tavole realizzate da Quinto Cenni, e in parte dal figlio Italo, realizzate attorno al 1910, epoca cui fanno riferimento anche le immagini proposte. Facevano parte di un'edizione di quegli stessi anni ad opera dell'editore EM.Viscardini di Milano. Vi sono raffigurati soldatini italiani prima dello scoppio della Grande Guerra, e anche poco prima della Guerra di Libia. Molte immagini mostrano le manovre dell'armata nelle campagne italiane. I figurini pubblicati sono in versione leggermente acquarellata a colori a differenza della prima edizione che appariva seppia e monocolore. Nella seconda parte mostriamo invece una raccolta varia di illustrazioni di Quinto Cenni, raffiguranti temi del Risorgimento, dai moti del '21 a Garibaldi ecc. ed ancora altre dedicate all'esercito italiano negli anni che vanno dal 1870 al 1900.

  • av Alberto Peruffo
    276,-

    The Florian Geyer division was created as a unit prepared to fight the partisan forces, but it also found itself performing front-line tasks for which it was not prepared. Compared to the other SS divisions, Florian Geyer found itself at a disadvantage in regular combat, especially with regard to the tactical preparation of the middle officers. These shortcomings were compensated for, in part, by the strong esprit de corps of the division's men, which never failed even at the end, thus making it an elite unit.The events of the 22nd Maria Theresia Division remain closely linked to the terrible battle of Budapest. This SS unit was able to hold its own against the overwhelming enemy forces, despite the fact that the division was formed only a few months before the decisive battle. Most of its men were conscripts, and its armament was certainly not the most advanced. Despite this, its soldiers preferred total annihilation rather than surrender, demonstrating uncommon valour.

  • av Luca Stefano Cristini
    529,-

    Il libro che andiamo a presentare è una sorta di copia anastatica di un famoso volume dato alle stampe e curato dal nostro Quinto Cenni a Milano nell'ottobre del 1890Il nostro artista ha curato tutta la parte testuale e buona parte anche di quella iconografica, tuttavia non è il solo illustratore di quest'opera. Infatti, come vi capiterà certamente di notare, molte immagini recano la firma di un altro famoso artista suo contemporaneo, Richard Knotel, una sorta di Quinto Cenni del mondo tedesco. L'atlante militare, così viene chiamato, è un compendio dedicato ai principali eserciti europei del tempo, compreso quello turco. Per ogni nazione, specialmente per le più importanti, viene raccontata la sua organizzazione, l'armamento, e specialmente la sua uniforme, sempre con un carattere più divulgativo che scientifico! Del resto questi album avevano lo scopo di venir distribuiti anche a persone semplici non strettamente ferrate in materie militari. Il carattere risorgimentale del nostro Cenni è perennemente presente, e oggi molte sue affermazioni fanno quasi sorridere al pensiero di cos'è diventata la guerra moderna; effetti, questi, già ben visibili anche durante la prima guerra mondiale, conflitto che il nostro autore non fece in tempo a vedere concluso giacchè morì nel 1917. Il mondo militare del Cenni, quello da lui visto e vissuto era ancora figlio delle cariche di cavalleria delle guerre di indipendenza prima, e delle belle uniformi della riforma Ricotti poi, era quello un tempo detto della Belle Epoque! Un mondo stava finendo e chissà se Quinto Cenni, poco prima di morire, se ne era pure lui reso conto.

  • av Carlo Rastrelli
    916,-

    Dopo l'importante libro, edito nel 2022 su due volumi, sulla storia e le uniformi della M.V.S.N., un nuovo ed imponente lavoro di Carlo Rastrelli sulla storia e sulle uniformi del Partito Nazionale Fascista. Come funzionava, com'era organizzato, come era finanziato e quali erano gli uomini e le uniformi del partito che, per vent'anni, ha messo l'Italia in camicia nera? A queste ed a molte altre domande il presente volume si propone di offrire risposte esaustive e definitive. Ma perché un libro sul P.N.F.? Per due semplici motivazioni. La prima: un libro del genere è assente nel panorama editoriale italiano ed internazionale. Esistono, difatti, solo due volumi sul Partito Nazionale Fascista, quello del Gambino e quello del Lazzero, entrambi parziali e datati. La seconda: il ventennio fascista è stato protagonista della nostra storia recente, di un'Italia che può sembrare lontana ma che è storia di ieri, e, pertanto, deve essere accettato e conosciuto. Come ha scritto il Colucci il fascismo ci appartiene, è cosa nostra, prodotto della nostra Storia, ci piaccia o meno, e per questo va accettato; ma appunto perché è nostro, del nostro Paese, non lo trascende ma ne è trasceso.

  • av Aldo Antonicelli
    436,-

  • av Massimiliano Afiero
    288,-

  • av Fabio Fiorentin
    516,-

  • av Luca Stefano Cristini
    343,-

  • av Gabriele Malavoglia
    342,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    383,-

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