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  • av Massimiliano Afiero
    276,-

    Quando si pensa alla guerra d'Africa, la mente corre subito alla battaglia di El Alamein come ultimo atto della presenza delle forze italiane e tedesche in sul fronte dell'Africa Settentionale. In realtà, pur considerando la battaglia di El Alamein un colpo mortale inferto alle forze dell'Asse, è pur vero che la guerra sul suolo africano si protrasse per altri sei mesi, durante i quali i reparti italo-tedeschi furono impegnati in durissimi combattimenti sul fronte tunisino, combattendo contemporaneamente su due fronti, contro le forze inglesi dell'8a Armata britannica e contro quelle anglo-americane sbarcate in Nord-Africa nel novembre del 1942. Infatti subito dopo lo sbarco delle forze alleate in Marocco ed in Algeria (Operazione Torch) tra l'8 e il 16 novembre 1942, affluirono in Tunisia numerose forze dell'Asse per fronteggiare questa nuova minaccia. Le forze alleate avevano sperato in una facile passeggiata per arrivare a Tunisi ed invece furono affrontate tenacemente dalle truppe italo-tedesche, subendo alcune pesanti sconfitte e lamentando numerose perdite. Nel frattempo, le forze italo-tedesche in ritirata dall'Egitto, si attestarono sulla linea del Mareth, in Tunisia, per fronteggiare l'8a armata di Montgomery. Le forze italo-tedesche si ritrovarono quindi a combattere sia a nord sia a sud del fronte tunisino, contendendo ogni palmo di terreno al nemico. Sid Bou Zid, Kasserine, Sbeitla, Medenine, El Guettar, Uadi Akarit, Enfidaville sono solo alcuni nomi delle località dove si svolsero le principali ed epiche battaglie sul fronte tunisino, nel corso delle quali i reparti dell'Asse ed in particolare quelli italiani seppero fornire una grande prova di valore e combattività e questo fino all'ultimo, quando ormai le sorti della campagna erano già segnate. Abbiamo accompagnato la narrazione degli eventi selezionando tutte le foto disponibili negli archivi pubblici e privati per documentare quanto più possibile dal punto di vista iconografico la campagna e calare il lettore direttamente sui campi di battaglia.

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    The Messerschmitt BF 109, also known as the ME 109, was perhaps the most famous fighter aircraft of the Luftwaffe. Developed during the first half of the 1930s by Wilhelm Messerschmitt and Robert Lusser. This fantastic fighter aircraft was characterised by its all-metal monocoque structure, an enclosed cabin, a fixed landing gear and a V-shaped aircraft engine with 12 inverted, water-cooled cylinders. The first examples of the Bf 109 appeared during the Spanish Civil War and remained in service until the end of the Second World War. During this period, the Bf 109 aircraft formed the main fighter force of the German Air Force. Towards the end of 1941, the Bf 109 was joined by the Focke-Wulf FW 190 aircraft. Together, they were a formidable pair of aircraft, a real nightmare for the Allies.

  • av Giovanni Maressi
    276,-

    Questa è la Storia del Barone Azzurro, al secolo Carlo Luigi Amedeo Winspeare Guicciardi e della sua attiva partecipazione alla seconda guerra mondiale come ufficiale pilota nella Regia Aeronautica. Ma facciamo due passi indietro. Carlo Winspeare figlio di Edoardo e di Clara Sarauw nacque il 13 marzo 1917 a La Valletta (Malta) dove il padre, che aveva girato il mondo al seguito di Luigi Amedeo di Savoia, l'avventuroso Duca degli Abruzzi, svolgeva la funzione di attaché militaire, quale ufficiale della Regia Marina. Non inganni il nome che tradisce origini inglesi, il "nostro" fu un vero e proprio eroe italiano. Con i suoi voli militari prese parte a numerose ricognizioni e spericolate missioni di guerra, fra le più note, certamente quella della Battaglia di mezzo agosto del 12-13 agosto 1942, pomposamente ricordato dal regime come anno XX dell'era fascista. In questo libro l'autore ci narra tutte queste avventure!

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    The Russian T-26 was a light tank, designed for infantry support, produced in the Soviet Union from 1931. It did not originate as an autonomous design, but was mainly derived from the British Vickers 6-ton or Vickers Type E vehicle. The T-26 tanks were armed with two parallel turrets in the centre of the hull, each equipped with a light machine gun. The next step was to install a 27-mm or 37-mm cannon on one turret. This was replaced by a 45 mm piece, and this increased the armour-piercing and explosive power. Known as the Mod. 1933, it was a great success and was produced, alone, in around 5,500 examples; an exceptional run for the time. Versions derived from the T-26 were: the OT-26 flamethrower with a flamethrower instead of a cannon, the OT-33 which had both, the ST-26 bridge-carrier to give tank divisions the necessary mobility against natural obstacles, the T-26 A-4 (U) railing radio command tank, and many others...

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    Il Messerschmitt BF 109, moto anche come ME 109, fu forse il più famoso aereo da caccia della Luftwaffe. Sviluppato durante la prima metà degli anni '30 da Wilhelm Messerschmitt e Robert Lusser. Questo fantastico aereo da caccia si caratterizzava per la sua struttura monoscocca completamente in metallo, una cabina chiusa, un carrello d'atterraggio fisso e un motore aeronautico a forma di V con 12 cilindri invertiti, raffreddati ad acqua. I primi esemplari del Bf 109 fecero la loro comparsa già durante la guerra civile spagnola e rimasero in servizio fino alla fine della seconda guerra mondiale. Durante questo periodo, gli aerei Bf 109 costituirono la principale forza dei caccia dell'aeronautica tedesca. Verso la fine del 1941, il Bf 109 fu affiancato dall'aereo Focke-Wulf FW 190. Insieme, furono una coppia di mezzi formidabile, vero incubo degli alleati.

  • av Luca Stefano Cristini
    276,-

    This is the story of the Blue Baron, born Carlo Luigi Amedeo Winspeare Guicciardi and his active participation in the Second World War as a pilot officer in the Regia Aeronautica. But let us take two steps back. Carlo Winspeare, son of Edoardo and Clara Sarauw, was born on 13 March 1917 in Valletta (Malta) where his father, who had travelled the world in the retinue of Luigi Amedeo di Savoia, the adventurous Duke of the Abruzzi, was working as an attaché militaire, as an officer in the Regia Marina. Don't be fooled by the name that betrays English origins, the Blue Baron was a true Italian hero. With his military flights, he took part in numerous reconnaissance and reckless war missions, one of the best known of which was certainly the Battle of Mid-August on 12-13 August 1942, pompously commemorated by the regime as the 20th year of the fascist era. In this book, the author recounts all these adventures!

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    Il T-26 russo fu un carro armato leggero, pensato da supporto alla fanteria, prodotto in Unione Sovietica a partire dal 1931. Esso non nacque come un progetto autonomo, ma derivò principalmente dal mezzo britannico Vickers 6-ton o Vickers Type E. I carri armati T-26 erano armati di due torrette parallele al centro dello scafo, e dotate di una mitragliatrice leggera ciascuna. Il passo successivo fu quello di installare, su una torretta, un cannone da 27 mm o da 37 mm. Il pezzo venne sostituito da uno da 45 mm, e questo aumentò la potenza perforante ed esplosiva. Noto come Mod. 1933, ebbe un grande successo, e venne prodotto, da solo, in circa 5.500 esemplari; una tiratura eccezionale per l'epoca. Versioni derivate dal T-26 furono: il lanciafiamme OT-26 con lanciafiamme al posto del cannone, l'OT-33 che aveva sia uno che l'altro, il gettaponte ST-26 per conferire ai reparti carri l'indispensabile mobilità nei riguardi degli ostacoli naturali, il carro comando, munito di radio a ringhiera T-26 A-4 (U) e molti altri...

  • av Francesco Mattesini
    276,-

    The battle also known as the Battle of Skerki Bank took place on December 2, 1942, in the Mediterranean Sea near the Tunisian coast. An Italian merchant convoy, escorted by several Royal Navy warships and bound for Libya to resupply Axis troops in North Africa, was attacked by a Royal Navy naval squadron. The Italian convoy consisted of a German steamer, and several Italian motor ships. The British attack squadron in the battle sank the entire convoy-as well as the destroyer Folgore that was part of the escort-without sustaining any immediate damage. The battle was initiated by the Italian commander, Captain Aldo Cocchia, embarked on the Nicoloso da Recco, a Navigatori-class destroyer, who ordered his ships to attack. The Italian ships engaged in the attack launched a salvo of torpedoes to no avail, and the destroyer Folgore, under the command of Lieutenant Commander Ener Bettica, was the first to be hit and sunk. In the combat, 2,200 Italians lost their lives between those embarked on the Thunderbolt and the sailors in the convoy, as well as a large number of infantrymen transported. More specifically, there were 286 Royal Navy casualties. Of the 1,766 soldiers transported from the Aventino and Puccini, mostly infantrymen of the Superga Division, destined for the Tunisian front, only 239 were saved!

  • av Eduardo Manuel Gil Martinez
    276,-

    The actions of German armored forces during World War II are well known. What has not yet been recounted as accurately are the actions of the armored forces of Germany's Allies. While it is true that their performance was generally quite secondary to what the forces of the German Reich were able to afford, the actions of the Hungarian armored forces, which not only managed to organize their own armored forces in substantial autonomy, but also developed their own military industry capable of supplying weapons and equipment to their troops, should be emphasized. This book will thus reveal a little-known page of Hungary's participation in World War II through the use of superb photographs provided by the author and his contributors. This story will take the reader from the beginning of the USSR campaign and consequent conquest of large Soviet territories, and then end with the bloody battles to prevent the advance of the Soviet and Romanian counteroffensive in Hungary (the siege of Budapest) and the last battles in Austrian and Slovenian territory before the unconditional surrender of the army. The author highlights the courage of these men and the terrible fate that would befall the Hungarian armored forces when the Soviet army invaded Hungary.

  • av Paolo Crippa
    276,-

    La comparsa dell'arma aerea sui campi di battaglia impose agli Stati Maggiori di trovare con la massima urgenza le contromisure per affrontare in modo efficacie la nuova minaccia. Il Regio Esercito istituì il 1° luglio 1923, all'interno dell'Arma del Genio, il Servizio Chimico Militare. E all'interno dello stesso, tra i battaglioni specialistici costituiti e addestrati dal Reggimento Chimico vi erano i battaglioni nebbiogeni. Il compito dei reparti appartenenti ai battaglioni nebbiogeni, era quello di oscurare l'obiettivo alla vista degli equipaggi degli aerei nemici, inviati ad effettuare azioni di bombardamento, con la formazione di una nebbia artificiale. I Reparti nebbiogeni vennero inizialmente schierati nelle immediate vicinanze degli obiettivi sensibili, estendendo successivamente la loro dislocazione in profondità, anche di chilometri, intorno all'area da proteggere, a causa dell'aumentata intensità e precisione dell'offensiva aerea. Fra i più famosi vi furono i reparti inviati nella zona del Baltico presso gli alleati tedeschi.

  • av Francesco Mattesini
    276,-

    La battaglia anche detta del banco di Skerki ebbe luogo il 2 Dicembre 1942, nel mar Mediterraneo nei pressi della costa tunisina. Un convoglio mercantile italiano, scortato da alcune navi da guerra della Regia Marina e diretto in Libia per rifornire le truppe dell'Asse in Africa settentrionale, fu attaccato da una squadra navale della Royal Navy. Il convoglio italiano era costituito da un piroscafo tedesco, e da alcune motonavi italiane. La squadra d'attacco britannica nella battaglia affondò l'intero convoglio - oltre al cacciatorpediniere Folgore facente parte della scorta, senza riportare alcun danno immediato. La battaglia fu iniziata dal comandante italiano, capitano di vascello Aldo Cocchia, imbarcato sul Nicoloso da Recco, un cacciatorpediniere della classe Navigatori, che ordinò alle sue navi di attaccare. Nel combattimento persero la vita 2.200 italiani tra quelli imbarcati sul Folgore e i marinai del convoglio, oltre a moltissimi soldati di fanteria trasportati. Più precisamente, vi furono 286 morti della Regia Marina. Dei 1.766 militari trasportati dall'Aventino e dal Puccini, in gran parte fanti della Divisione Superga, destinati al fronte tunisino se ne salvarono solo 239!

  • av Paolo Crippa
    276,-

    The appearance of the air weapon on the battlefields required major states to find with the utmost urgency countermeasures to deal effectively with the new threat. The Royal Army established on July 1, 1923, within the Engineer Corps, the Military Chemical Service. And within the same, among the specialized battalions established and trained by the Chemical Regiment were the fog battalions. The task of the units belonging to the fog battalions, was to obscure the target from the view of the crews of enemy aircraft, sent to carry out bombing actions, by the formation of an artificial fog. Fog Units were initially deployed in the immediate vicinity of sensitive targets, later extending their deployment in depth, even kilometers, around the area to be protected, due to the increased intensity and precision of the air offensive. Among the most famous were the reparts sent to the Baltic area at the German allies.

  • av Luigi Manes
    276,-

    On 16 April 1939 Victor Emmanuel III received the Crown of Albania at the Quirinal Palace.The "Land of the Eagles" and Fascist Italy would thus share a common destiny. Institutional changes were accompanied by the integration of the Albanian armed forces into the Italian ones.Albania managed to recreate an autonomous yet small army only after the Armistice of 8 September 1943.From that date the Germans, interested in controlling the territory and safeguarding the neutrality of the Balkan State, relied on the support of local anti-partisan militias and proceeded to recruit a few thousand Albanians, many of whom were Kosovars, into mountain units of theWaffen-SS.On the opposing side the Albanian Resistance, which also counted in its ranks various formations made up of Italian soldiers, strengthened gradually.

  • av Luigi Manes
    276,-

    Il 16 aprile 1939, presso il Quirinale, Vittorio Emanuele III ricevette la Corona d'Albania. Le sorti del "Paese delle Aquile" furono così unite a quelle d'Italia. Alle trasformazioni istituzionali si accompagnò l'incorporazione delle forze armate albanesi in quelle italiane. L'Albania riuscì a ricreare un autonomo ma piccolo esercito solo dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943. A partire da tale data i tedeschi, massimamente interessati al controllo del territorio e alla salvaguardia della neutralità dello Stato balcanico, si avvalsero del supporto di milizie locali in funzione antipartigiana e procedettero all'arruolamento di alcune migliaia di albanesi, tra i quali molti kosovari, in unità da montagna delle Waffen-SS. Sul fronte opposto la Resistenza schipetara, che annoverava nelle proprie file anche formazioni costituite da soldati del Regio Esercito, andò progressivamente rafforzandosi.

  • av Massimiliano Afiero
    276,-

    In this number: a long and interesting work on the use of the Hitler Youth Division on the Normandy front, in the initial phases of the bloody fighting that raged on French soil in the summer of 1944. An article follows on the Italian light tanks, much maligned by official historiography, but which were used on all war fronts, especially as reconnaissance vehicles. We continue with the history of the Totenkopf division, this time dealing with the period between October 1943 and January 1944. We continue the history of the Italian units on the Eastern front, talking about the first battle on the Don and we close with an interesting article on the battle of Monterotondo, which saw German paratroopers engaged after 8 September 1943.

  • av Francesco Mattesini
    409,-

  • av Eduardo Manuel Gil Martinez
    276,-

    Le azioni delle forze corazzate tedesche durante la Seconda guerra mondiale sono ben note. Ciò che non è ancora stato raccontato con altrettanta precisione sono le azioni delle forze corazzate degli alleati della Germania. Se è vero che le loro prestazioni sono state in genere del tutto secondarie rispetto a quelle che hanno potuto permettersi le forze del Reich tedesco, occorre sottolineare le azioni delle forze corazzate ungheresi, che non solo sono riuscite a organizzare in sostanziale autonomia le proprie forze corazzate, ma hanno anche sviluppato una propria industria militare in grado di fornire armi ed equipaggiamenti alle proprie truppe. Questo libro svelerà quindi una pagina poco conosciuta della partecipazione dell'Ungheria alla Seconda guerra mondiale attraverso l'uso di fotografie superbe fornite dall'autore e dai suoi collaboratori. Questa storia porterà il lettore dall'inizio della campagna dell'URSS e conseguente conquista di ampi territori sovietici, per poi terminare con le sanguinose battaglie per evitare l'avanzata della controffensiva sovietica e rumena in Ungheria (l'assedio di Budapest) e gli ultimi scontri in territorio austriaco e sloveno prima della resa incondizionata dell'esercito.

  • av Eduardo Manuel Gil Martinez
    276,-

    The actions of German armored forces during World War II are well known. What has not yet been recounted as accurately are the actions of the armored forces of Germany's Allies. While it is true that their performance was generally quite secondary to what the forces of the German Reich were able to afford, the actions of the Hungarian armored forces, which not only managed to organize their own armored forces in substantial autonomy, but also developed their own military industry capable of supplying weapons and equipment to their troops, should be emphasized. This book will thus reveal a little-known page of Hungary's participation in World War II through the use of superb photographs provided by the author and his contributors. This story will take the reader from the beginning of the USSR campaign and consequent conquest of large Soviet territories, and then end with the bloody battles to prevent the advance of the Soviet and Romanian counteroffensive in Hungary (the siege of Budapest) and the last battles in Austrian and Slovenian territory before the unconditional surrender of the army. The author highlights the courage of these men and the terrible fate that would befall the Hungarian armored forces when the Soviet army invaded Hungary.

  • av Eduardo Manuel Gil Martinez
    276,-

    Le azioni delle forze corazzate tedesche durante la Seconda guerra mondiale sono ben note. Ciò che non è ancora stato raccontato con altrettanta precisione sono le azioni delle forze corazzate degli alleati della Germania. Se è vero che le loro prestazioni sono state in genere del tutto secondarie rispetto a quelle che hanno potuto permettersi le forze del Reich tedesco, occorre sottolineare le azioni delle forze corazzate ungheresi, che non solo sono riuscite a organizzare in sostanziale autonomia le proprie forze corazzate, ma hanno anche sviluppato una propria industria militare in grado di fornire armi ed equipaggiamenti alle proprie truppe. Questo libro svelerà quindi una pagina poco conosciuta della partecipazione dell'Ungheria alla Seconda guerra mondiale attraverso l'uso di fotografie superbe fornite dall'autore e dai suoi collaboratori. Questa storia porterà il lettore dall'inizio della campagna dell'URSS e conseguente conquista di ampi territori sovietici, per poi terminare con le sanguinose battaglie per evitare l'avanzata della controffensiva sovietica e rumena in Ungheria (l'assedio di Budapest) e gli ultimi scontri in territorio austriaco e sloveno prima della resa incondizionata dell'esercito.

  • av Luca Stefano Cristini
    228,-

    Nel vasto pantheon delle creature notturne e dei mostri che popolano l'immaginario collettivo, poche figure hanno esercitato un fascino così duraturo e atavico come il conte Dracula. Questa figura, creata dalla penna di Bram Stoker nel lontano 1897, è diventata l'archetipo del vampiro moderno, incarnando il terrore, il desiderio e l'eterna lotta tra la luce e l'oscurità. Questo libro è molto più di una semplice raccolta di immagini. È un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, un'esplorazione delle rappresentazioni visive di un mito che ha attraversato secoli e confini culturali. In queste pagine, ci immergeremo nel mondo complesso del conte Dracula, esaminando non solo le immagini che hanno catturato la sua essenza, ma attraverso loro, anche il contesto storico, letterario e artistico che le ha generate.

  • av Luca Stefano Cristini
    228,-

    Nei recessi più oscuri della storia letteraria, esiste una creatura caratterizzata da grande fascino e duraturo terrore: una creazione dell'ambizione umana, un riflesso inconscio delle nostre paure e dei nostri desideri più reconditi. Fin dalla sua nascita nel 1818, per mano della scrittrice inglese Mary Shelley, del romanzo gotico-horror "Frankenstein; o il moderno Prometeo", la leggenda di Frankenstein ha affascinato l'immaginario collettivo di molte generazioni di uomini. Si è evoluta ed è cresciuta ben al di là delle pagine del romanzo della Shelley . per diventare un simbolo, un archetipo, un racconto ammonitore e infine un soggetto che provoca continua e incessante contemplazione.

  • av Fabrizio Dettamanti
    228,-

    Sedici racconti che hanno come protagonista il simpatico personaggio bergamasco famoso per i suoi tre enormi gozzi. Gioppino, che nasce oltre due secoli fa come burattino, è qui presentato come persona in carne ed ossa che si muove all'interno dell'ambiente di Zanica (il paese che secondo la tradizione gli ha dato i natali) e nel territorio circostante. L'autore, però, gli fa anche varcare i confini della bergamasca e lo rende protagonista di grandi avventure a Venezia, in Sicilia, in Egitto, in America... Un libro divertente che può offrire momenti di amena lettura sia ai bambini che agli adulti.

  • av Luca Stefano Cristini
    242,-

    The dimly lit recesses of literary history, there exists a creature of profound fascination and enduring terror-a creation of human ambition, a reflection of our deepest fears and desires. Since its birth in Mary Shelley's "Frankenstein; or, The Modern Prometheus" in 1818, the legend of Frankenstein has captivated the collective imagination of generations. It has evolved beyond the pages of Shelley's novel to become a symbol, an archetype, a cautionary tale, and a subject of ceaseless contemplation.

  • av Chris Flaherty
    409,-

    A hallmark of late 18th Century Turkish style of warfare was an initial attack by thousands of massed Cavalry as the main offensive force on the battlefield. Regarded as the best in Europe, and feared with some justification for their sword mastery and valor in battle, European tactics changed in the face of the Turkish Cavalry threat. The Kapikulu Ocaklari: Standing Army's Cavalry consisted of Sultan's Household Guard Regiments, Zirkhli: Cuirassier - Armoured Sipahi, Sipahi Light Cavalry or Lancers; Deli; Mameluke, Bedouin and Tatar Light Cavalry. New Order Army military reforms of Sultan Selim III (1789 till 1807), had by start of the Napoleonic Wars added several Provincial Mounted Regiments of Uskudar Barracks Trained Mounted Infantry, and ten Regiments of Paid Mounted Regulars, providing Light Cavalry or Lancers. This book also covers Cavalry weapons, equipment, and battle tactics.

  • av Luca Stefano Cristini
    242,-

    In the vast pantheon of nocturnal creatures and monsters that populate the collective imagination, few figures have exerted such an enduring and atavistic fascination as Count Dracula. This figure, created from the pen of Bram Stoker back in 1897, has become the archetype of the modern vampire, embodying terror, desire and the eternal struggle between light and darkness.This book is more than just a collection of images. It is a journey through time and space, an exploration of the visual representations of a myth that has spanned centuries and cultural boundaries. In these pages, we will immerse ourselves in the complex world of Count Dracula, examining not only the images that captured his essence, but through them, also the historical, literary and artistic context that generated them.

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    Dopo il primo volume sui cannoni italiani, in questa seconda parte tratteremo e completeremo lo studio e l'analisi dei pezzi d'artiglieria ereditati dal primo conflitto mondiale, sia di produzione nazionale che fonti di preda bellica (tipicamente austro-ungarica) a seguito della vittoria nel 1915-18.Il criterio usato sarà ancora quello già utilizzato del calibro a crescere, quindi dai pezzi leggeri in poi. Con il terzo volume che completerà il nostro lavoro sulle artiglierie italiane dei primi cinquanta anni del Novecento tratteremo prevalentemente i mezzi di concezione più moderna, ideati dalla seconda metà degli anni '30. Da questo volume invece parleremo espressamente anche delle bombarde in uso in quegli anni, mentre trattrici e trattori saranno distribuiti in vario modo nei tre volumi in ordine preferibilmente cronologico.

  • av Luca Stefano Cristini
    329,-

    The Matilda Mk II tank, was an infantry tank used by the British Army during the Second World War. This tank was famous for its heavy armour and its ability to resist enemy attacks, especially in the early stages of the conflict. In fact, its armour made it virtually invulnerable to the anti-tank guns of the time. On the other hand, its speed and firepower were limited compared to the enemy tanks. It was armed with a 2-pound (40 mm) main gun and a coaxial machine gun. For all these characteristics, the British Matilda tank was nicknamed "the Queen of the Desert"!

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    After the first volume on Italian cannons, in this second part we will treat and complete the study and analysis of the artillery pieces inherited from the First World War, both of national production and sources of war prey (typically Austro-Hungarian) following the victory in 1915-18.The criterion used will still be that of the growing calibre, i.e. from light pieces onwards. With the third volume, which will complete our work on Italian artillery from the first fifty years of the twentieth century, we will mainly deal with the more modern types of artillery, conceived from the second half of the 1930s. From this volume we will also expressly discuss the bombards in use in those years, while tractors will be distributed in various ways throughout the three volumes in preferably chronological order.

  • av Luca Stefano Cristini
    289,-

    Il carro armato Matilda Mk II fu un carro armato di fanteria utilizzato dall'Esercito Britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo carro era famoso per la sua pesante corazza e la sua capacità di resistere agli attacchi nemici, soprattutto nelle fasi iniziali del conflitto. La sua corazza, infatti, lo rendeva praticamente invulnerabile ai cannoni anticarro dell'epoca. Per contro, la sua velocità e la sua capacità di fuoco erano limitate rispetto ai carri avversari. Era armato di un cannone principale da 2 libbre (40 mm) e una mitragliatrice coassiale. Per tutte queste caratteristiche il carro inglese Matilda era soprannominato "la regina del deserto"!

  • av Chris Flaherty
    409,-

    This book looks at uniforms, rank-system, and organization for a new type of Turkish Soldier, other than Janissary providing the main Soldier-type during the French Revolution, and Early Napoleonic Wars. Debut of the Levend Chiftlik Regiment in 1799, during the French siege of Acre, and in the British-Turkish campaign in Egypt to expel the French occupation, introduced the Nizam-i Cedid: New Order Army. Having its beginning as part of the reforms of Sultan Selim III (1789 till 1807), several Anatolian Infantry Regiments, a Field Artillery Regiment, and two Galeonjees: New Order Army Marine Regiments came into existence. The book also covers Arnaut: Albanian Infantry; late-18th Century Turkish Generalship and Officers' command; Standing Army's tactics; New Order Army Infantry Soldier's weapons and equipment; and, the 1806 till 1807 events leading to the New Order Army's suppression and demise of Sultan Selim III.

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