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Fin qui abbiamo veduto la repubblica fiorentina collocarsi nel centro di tutte le negoziazioni, dirigendo tutti gli avvenimenti, ed avendo per lo meno qualche parte in tutte le rivoluzioni, in tutte le guerre d'importanza che agitarono l'Italia. Ma sotto l'amministrazione de' Medici, Firenze non si sostenne in così elevato rango; acconsentì di essere dimenticata nell'equilibrio dell'Italia; le rivoluzioni de' vicini stati si concatenarono le une colle altre senz'essere da lei dirette, o senza che ella si sforzasse di contenerle; e dopo avere passate in rivista queste grandi scene della politica, siamo costretti di tornare a dietro per vedere ciò che accadeva in questo tempo nella sua inte...
Alla tua nota satira Chi porse l'argomento? Forse i carmi d'un giovane Da pochi giorni spento? Forse il Torso di Venere O il Düalismo ardito, Che una Musa propizia Dettava a un erudito? Non già!¿. Dalle tue laudi Fu consacrato il primo; Tu lo sapesti scegliere Dal medïocre limo; All'altro degli stolidi Soltanto il volgo indegno Oggi contrasta il fervido Estro e il robusto ingegno.
Narrasi che tutti gli uomini che da principio popolarono la terra, fossero creati per ogni dove a un medesimo tempo, e tutti bambini, e fossero nutricati dalle api, dalle capre e dalle colombe nel modo che i poeti favoleggiarono dell'educazione di Giove. E che la terra fosse molto più piccola che ora non è, quasi tutti i paesi piani, il cielo senza stelle, non fosse creato il mare, e apparisse nel mondo molto minore varietà e magnificenza che oggi non vi si scuopre. Ma nondimeno gli uomini compiacendosi insaziabilmente di riguardare e di considerare il cielo e la terra, maravigliandosene sopra modo e riputando l'uno e l'altra bellissimi e, non che vasti, ma infiniti, così di grandezza com...
Intanto vi racconto queste e poi vedremo. La casa è proprio vecchia, vecchia da far spavento. Anni fa una gelosia l'è crodada e per un pelo non ha tolto di mezzo un inquilino risolvendogli il contratto! È decrepita, dico, ma bella e non è in piano regolatore. Tiriamo il fiato! Qualcuno di voi c'è stato di sicuro o prima di guerra o anche dopo quando vi abitava al primo piano un famoso oculista di cui taccio il nome per non metterlo in piazza. La casa è in un vicolo cieco che adesso ha cambiato faccia, a man diritta di corso Roma, poi a sinistra in fond al streccion.
Cucullino postosi a seder solo sotto d'un albero, alla porta di Tura, mentri gli altri capitani erano iti a caccia sul vicino monte di Cromla, è avvisato dello sbarco di Svarano da Moran, figliuolo di Fiti, uno dei suoi scorridori. Egli raduna i capi della nazione: si tiene un consiglio, nel quale si disputa se debbasi dar battaglia al nemico. Conal, regolo di Togorma ed intimo amico di Cucullino...
Magnanimo signor, se 'n te le stelle spiran cotante grazie largamente, piovan piú tosto in me calde fritelle, che seco i' poscia ragionar col dente; dammi ber e mangiar, se vòi piú belle le rime mie; ch'io d'Elicon niente mi curo, in fé di Dio; ché 'l bere d'acque (bea chi ber ne vòl!) sempre mi spiacque.
- Mostratemi dunque un piedino. Ella lo allungò subito fuori dalla corta sottana nera. - Grazie, principessa. - Mi avete riconosciuta? - domandò con un tremito nella voce sottile, abbassando vezzosamente il volto sotto il mascherino per guardare la scarpetta scollata, in pelle bronzina, a bottoncini rotondi sopra un fianco, che teneva ancora alzata...
La brigata giunta colla bella novella ad Aversa, là u' 'l preposto trovò sommamente apparecchiato per la cena; e perché 'l giorno poco aveano mangiato per lo sterile camino, cenarono di vantagio con gran piacere fine all'ora devuta d'andare a dormire; et a l'altore disse che per lo dì seguente la novella ordinasse. E ditto, n'andarono a dormire. La mattina levati, l'altore, che avea udito dire al preposto che la sera voleano essere a Partenopia, subito alla brigata disse: DE DISHONESTO ADULTERIO ET BONO CONSILIO DI SANDRO, COME INGRAVIDÒ LA CUGNATA MARITATA, MA LO MARITO ERA ITO OLTRAMONTI PER UNO ANNO PER LIVERAR CERTE MERCANTIE E NON L'AVEA MENATA.
Sono proprio dieci anni, mia cara anima, ch'io t'ho raccontato le mie prime storielle. Che begl'innamorati eravamo noi allora! Io venivo da codesta terra di Provenza, dove sono cresciuto così libero, così fidente, così pieno di tutte le illusioni della vita. Io ero tuo, ero di te sola, delle tue tenerezze, del tuo sogno. Te ne ricordi, Ninetta? Il ricordo è oggi l'unica gioia, nella quale il mio cuore si riposa. Fino a vent'anni, noi abbiamo fatta insieme la stessa strada. Io sento i tuoi piedini sul duro terreno; io scorgo il lembo della tua bianca gonnella sul raso delle erbe avveniticcie; io sento il tuo alito fra gli odori della salvia che mi giungono da lontano come soffi di ...
U>dita la dilettevole novella, quasi avendo fatto il sonno dimenticare, nondimeno per non perdere l'usanza il proposto comandò che una danza si prendesse e verso le camere se n'andassero, et alquanto dormiti, innel luogo ordinato si ritrovino quine u' l'altore, ha di bella novella ora contenta la brigata, d'un'altra ne faccia lieti. L'altore, che a ubidire è presto, disse che fatto serà. E così a dormire si puoseno. E levati, colle danze ordinate innel giardino se n'andarono, dove l'altore parlò: «A voi, famigli e donzelli che con altri state a salario, che, vilipendendo i vostri magiori, malcapitate, ad exemplo dirò una novella, in questo modo: DE DISHONESTO FAMULO...
Non ho mai nelle mie lunghe e dure battaglie sul delitto e sul genio, risposto agli attacchi dei metafisici, non perchè non senta tutto il rispetto che si deve a quei forti pensatori che credono dominare dall'alto il mondo scientifico; ma perchè uso ad altre armi, più umili, se non meno sicure, a quelle dell'osservazione e dell'esperienza, mi sento in faccia a loro troppo o troppo poco armato per combattere senza meritare la taccia di spavaldo o di ingeneroso...
Non ho fatto risposta prima d'ora alla tua dimanda intorno al merito dell'opera seria Demetrio e Polibio, perché il giudicio mio in fatto di musica, non potendo io derivarlo, come sai, da conoscenza alcuna dell'arte, sarebbe forse parso intempestivo anche a me medesimo, se per indurmi a proferirlo avessi stimato sufficiente il suffragio delle prime sensazioni del cuor mio. E però, non contentandomi io di quello, mi parve di dover aspettare che il voto del cuore, per la ripetizione continuata ed uniforme delle stesse sensazioni, pervenisse ad ottenere anche la fredda approvazione della mente.
Io, giá molti anni sono, cominciai a scriver alcune novelle, spinto dai comandamenti de la sempre acerba ed onorata memoria, la vertuosa signora Ippolita Sforza, consorte de l'umanissimo signor Alessandro Bentivoglio, che Dio abbia in gloria. E mentre che quella visse, ancor che ad altri fossero alcune di loro dedicate, tutte nondimeno a lei le presentava. Ma non essendo il mondo degno d'aver cosí elevato e glorioso spirito in terra, nostro Signor Iddio con immatura morte a sé lo ritirò in cielo. Onde dopo la morte sua a me avvenne, come a la versatil mola suol avvenire, che, essendo da forte mano raggirata, ancor che se ne levi essa mano, tuttavia la ruota, in vertú del primo movimento, ...
TANGERI Lo stretto di Gibilterra è forse di tutti gli stretti quello che separa più nettamente due paesi più diversi, e questa diversità appare anche maggiore andando a Tangeri da Gibilterra. Qui ferve ancora la vita affrettata, rumorosa e splendida delle città europee; e un viaggiatore di qualunque parte d¿Europa sente l¿aria della sua patria nella comunanza d¿una infinità d¿aspetti e di consuetudini. A tre ore di là, il nome del nostro continente suona quasi come un nome favoloso; cristiano significa nemico, la nostra civiltà è ignorata o temuta o derisa; tutto, dai primi fondamenti della vita sociale fino ai più insignificanti particolari della vita privata, è cambiato; e scomparso fi...
Un capriccio troppo naturale in una donna, e pure in una fanciulla che stava per distaccarsi dä suoi e per andare a buttarsi fra le braccia dell¿amante, la fece ritornare sui suoi passi. Presa in una mano la lucerna la collocò innanzi allo specchio, per ammirarvi riflessa la propria immagine. Era veramente leggiadra e affascinante colla elegante persona coperta dalla sottilissima batista della camicia, che l¿avvolgeva, come candida spuma, delineandone le forme superbe; ignude le bellissime braccia, ignudo il seno torreggiante, dalle punte coralline rivolte all¿insù...
Il contributo di pensiero e d'azione che Mazzini ha sempre dato al problema operaio si accresce notevolmente nel periodo che va dal 1860 al 1872, anno della sua morte. Giovandosi della libertà di stampa e di associazione, assicurata dal nuovo regime, egli si dedica a una propaganda intensa delle sue dottrine sociali, le quali, intorno al 1860, costituiscono l'unico completo programma di azione che venga offerto alle masse lavoratrici; e perciò, se pur non riescono a dominare il movimento operaio italiano, si impongono alla generale attenzione, suscitando intorno ad esse entusiasmi, avversioni, discussioni appassionate.
Marianna Sirca, dopo la morte di un suo ricco zio prete, del quale aveva ereditato il patrimonio, era andata a passare alcuni giorni in campagna, in una piccola casa colonica che possedeva nella Serra di Nuoro, in mezzo a boschi di soveri. Era di giugno. Marianna, sciupata dalla fatica della lunga assistenza d'infermiera prestata allo zio, morto di una paralisi durata due anni, pareva uscita di prigione, tanto era bianca, debole, sbalordita: e per conto suo non si sarebbe mossa né avrebbe dato retta al consiglio del dottore che le ordinava di andare a respirare un po' d'aria pura, se il padre, che faceva il pastore ed era sempre stato una specie di servo del fratello prete, non fosse sce...
Esordii nella mia carriera di giustiziere di Sua Santità, impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla macchia, grassato due frati. Giunto a Foligno incominciai a conoscere le prime difficoltà del mestiere: non trovai alcuno che volesse vendermi il legname necessario per rizzare la forca e dovetti andar la notte a sfondare la porta d¿un magazzino per provvedermelo. Ma non per questo mi scoraggiai e in quattr¿ore di lavoro assiduo ebbi preparata la brava forca e le quattro scale che mi servivano.
Io sento, dal profondo, un'esile voce chiamarmi: sei tu, non nato ancora, che vieni nel sonno a destarmi? O vita, o vita nova!... le viscere mie palpitanti trasalgono in sussulti che sono i tuoi baci, i tuoi pianti. Tu sei l'Ignoto.¿Forse pel tuo disperato dolore ti nutro col mio sangue, e formo il tuo cor col mio core; pure io stendo le mani con gesto di lenta carezza, io rido, ebra di vita, a un sogno di forza e bellezza: t'amo e t'invoco, o figlio, in nome del bene e del male, poi che ti chiama al mondo la sacra Natura immortale. E penso a quante donne, ne l'ora che trepida avanza, sale dal grembo al core la stessa devota speranza!... Han tutte ne lo sguardo la gioia e il t...
Vous connaissez ces premières représentations qui sont un événement dans la ville. Lorsqu'il s'agit de juger l'oeuvre d'un homme éminent ou même une comédie à scandale, il semble que dès le matin Paris bouillonne comme si la pensée du poète parlait d'avance à nos âmes à travers le rideau immobile et à travers le manuscrit fermé. Le soir venu, par une inexplicable magie, tout s'anime jusqu'au paroxysme de la vie fébrile. Les toilettes et les visages rayonnent dans la lumière folle; plaintes, gémissements et fanfares d'allégresse, les cordes des instruments et les cuivres de Sax résonnent d'une sonorité inconnue. Un vent d'orage courbe silencieuses ces mille têtes parmi lesquelles la foule reconnaît et salue ses idoles. Tout à coup, par un mouvement imprévu, quelques personnes s'écartent ou changent de place, et laissent à découvert une loge jusquelà cachée; alors se détache devant vous une apparition dont vous ne perdrez jamais le souvenir.
La série "Les Pardaillan" suit les exploits d'une famille noble pendant une période tumultueuse de l'histoire française. Les membres de la famille, notamment les héros principaux, Fausta et Jean, sont impliqués dans des intrigues politiques, des batailles sanglantes et des histoires d'amour passionnées.Le récit se déroule pendant les guerres de religion entre catholiques et protestants, et il explore les conflits sociaux, religieux et politiques de cette époque mouvementée. Les personnages, souvent héroïques et dotés d'une grande bravoure, sont confrontés à des défis complexes et à des dilemmes moraux tout au long de la série.Michel Zévaco a créé une série dynamique et palpitante qui mélange habilement aventure, romance et drame historique. "Les Pardaillan" ont rencontré un grand succès auprès du public lors de leur publication, et ils sont demeurés populaires en tant que romans historiques captivants.
"Les Patriotes de 1837-1838" offre une analyse approfondie des causes, des événements et des conséquences des rébellions des Patriotes. Laurent-Olivier David retrace les tensions politiques, sociales et économiques qui ont conduit à ces soulèvements. Il explore également les figures clés du mouvement, telles que Louis-Joseph Papineau, et les diverses batailles et conflits qui ont marqué cette période tumultueuse de l'histoire du Canada.L'auteur met en lumière les idéaux et les aspirations des Patriotes, qui luttaient pour l'égalité, la représentation démocratique et la justice. David examine les répercussions politiques, sociales et culturelles des rébellions et la manière dont elles ont façonné le développement ultérieur du Canada."Les Patriotes de 1837-1838" est une ¿uvre importante qui contribue à la compréhension des luttes politiques et sociales au Canada au XIXe siècle. Cet ouvrage reste un document clé pour quiconque s'intéresse à l'histoire politique du Québec et du Canada.
Ils sont nombreux, très nombreux, les Parisiens et les étrangers qui ont reçu, ces temps derniers, la lettre de faire part de la mort d'Hippolyte PerronDuménil. Ayant débuté dans le monde aux environs de , et n'ayant pas cessé, jusqu'au moment où il tomba malade, en décembre , de figurer dans tous les endroits où la mode veut que l'on s'amuse, qui cet homme spirituel et si fin ne connaissaitil pas? Je dis: qui ne connaissaitil pas? Car ses yeux aigus ne se trompaient guère sur les gens, tandis que luimême, le causeur volontiers sceptique, était connu dans la vérité de sa nature, par si peu de personnes! Le hasard d'une rencontre m'ayant révélé un trait follement romanesque de cet aimable railleur, l'idée m'est venue de relater cette déjà lointaine rencontre. Ce sera ma façon de lui rendre hommage, puisque, absent de Paris, je n'ai pas pu suivre son convoi. Cette histoire ne ressemble guère aux propos qui se sont certainement tenus sur le défunt lors de cet enterrement. Pour le public, PerronDuménil, avec son joli tour de conversation, n'était pourtant qu'une variété du type immortel si merveilleusement croqué par Molière: Le Bourgeois gentilhomme. Oh! la plus rare, la plus délicate des variétés, un bourgeois gentilhomme si avisé qu'il avait trouvé le moyen d'avoir du goût dans un personnage qui risque si aisément d'être ridicule! Jugezen: fils d'un avocat d'affaires qui se trouvait avoir rendu un signalé service à M. de Morny, Perron est entré dans la société par le salon du célèbre duc, et il a su man¿uvrer de manière qu'il a vécu et qu'il est mort membre du Jockey! Il est vrai qu'il datait d'une des élections du siège. Que j'ai entendu souvent des malveillants se faire un succès aux dépens de ce causeur envié,quand il n'était pas là,en racontant qu'il avait traversé les lignes prussiennes pour venir poser sa candidature dans le seul ballottage où il eût quelque chance d'être élu! C'était une calomnie, car il s'était engagé, fort bravement et fort simplement, dès le début de la guerre, et s'il se trouvait dans la garnison de Paris, c'était fortuit.
"Les Opinions de M. Jérôme Coignard" est un roman qui se déroule au XVIIIe siècle et met en scène le personnage principal, M. Jérôme Coignard, un moine érudit et philosophe. L'histoire est narrée par son élève, Jacques Tournebroche. Le récit suit les pérégrinations de M. Coignard et de Jacques à travers la France, explorant des aspects de la société, de la philosophie et de la politique de l'époque.Le roman offre une satire subtile de la société française du XVIIIe siècle, abordant des thèmes tels que la religion, la superstition, la littérature et la politique. M. Coignard est présenté comme un personnage philosophe et tolérant, capable de voir au-delà des conventions de son époque. L'histoire est teintée d'humour et de réflexions profondes, caractéristiques du style littéraire d'Anatole France."Les Opinions de M. Jérôme Coignard" est une ¿uvre qui allie la satire sociale à une réflexion sur la condition humaine, offrant une vision critique et perspicace de la France du XVIIIe siècle à travers les yeux de ses personnages érudits et excentriques
«Lamartine est de tous les poètes célèbres celui qui se prête le moins à une biographie exacte, à une chronologie minutieuse, aux petits faits et aux anecdotes choisies. Son existence, large, simple, négligemment tracée, s'idéalise à distance et se compose en massifs lointains à la façon des vastes paysages qu'il nous a prodigués... Il est permis, en parlant d'un tel homme, de s'attacher à l'esprit du temps plutôt qu'aux détails vulgaires qui chez d'autres pourraient être caractéristiques... Qu'importent donc quelques détails de sa vie?»Il paraît difficile d'admettre aujourd'hui sans discussion qu'un critique aussi pénétrant ait commis une telle erreur; sans doute avait-il ses raisons de parler ainsi, et peut-être ne faut-il voir dans cette opinion exagérée que l'excuse honorable pour les romantiques d'un éloignement dont ils furent tous secrètement blessés; écartés de l'existence du poète, ils déclaraient que le détail en était sans importance, et n'ajoutait rien à la compréhension de son ¿uvre.Malheureusement, il semble que les biographes de Lamartine aient pris jusqu'ici le jugement de Sainte-Beuve pour base de leurs travaux, dont la plupart ne sont que des fragments plus ou moins commentés de ses innombrables souvenirs de jeunesse, source dangereuse et dont il importe de se méfier, surtout pour la période antérieure à 1820. Écrits à une époque où pour oublier le présent il se retrempa dans son passé, ils composent plus exactement l'image de celui qu'il se crut ou aurait voulu être plutôt que celui qu'il fut réellement. Aussi, doivent-ils être utilisés avec une extrême précaution.
Dans l¿avant-midi du treize juin mil huit cent quarante-deux, M. James Hogan, maître du havre de Gibraltar, en Espagne, était dans son bureau de la rue Isabelle, à faire sa correspondance quand un homme entra précipitamment et lui dit : ¿ Monsieur Hogan, on vous demande au havre neuf pour affaire importante... Deux navires viennent de jeter l¿ancre et un officier veut vous parler. De la rue Isabelle au havre neuf, il n¿y a qüun pas. On fut bientôt rendu.Une grande excitation régnait sur les quais. Il était neuf heures du matin et le Dei-Gratia de New-York venait d¿entrer en rade, ayant à sa remorque un navire abandonné, rencontré en haute mer. Le même jour, dans son témoignage à la cour de la Vice- Amirauté, John Alexander, capitaine du Dei-Gratia, déclarait sous serment que le huit du mois courant à cinq heures et quart de l¿après-midi, naviguant sur un océan tranquille par trente degrés vingt minutes latitude nord et dix-sept degrés quinze minutes longitude ouest ¿ méridien de Greenwich ¿ la vigie avait signalé un navire allant à la dérive par le travers de bâbord. Il paraissait courir une mauvaise bordée : de plus ses huniers de misaine étaient déchirés et flottaient au vent.
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