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Bøker av Vincenzo Scuderi

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  • av Vincenzo Scuderi
    236,-

    Il racconto è ambientato in uno di quei bei paesi dell'entroterra siciliano, nei primi anni cinquanta. Tutto ha inizio dalle attente osservazioni del piccolo Vincenzo, uno dei tanti componenti di quella famiglia numerosa, scolaro poco scrupoloso che amava però osservare, scrutare, tutto ciò che gli capitava sotto gli occhi. Non gli sfuggi, un giorno, la malinconia che cominciò a velare il volto della sorella più grande, che solitamente intenta nei suoi ricami dietro i vetri del suo balcone, cominciò a osservare un giovanotto di nome Peppino. Quest'ultimo, prese a farle la corte a distanza, com'era d'uso in quei tempi. Seguì il rituale tutto siciliano del fidanzamento, del matrimonio che portò alla coppia dei figli adorabili. Peppino, dopo sposato, cominciò a dare segni d'irrequietezza e non tardò a mostrare quella voglia tipica che fa sentire il "masculu" siciliano, conquistatore, predatore insaziabile. Poco tempo dopo, nel suo ambiente scolastico di maestro di scuole elementari, conosce una collega di cui s'invaghisce e perde letteralmente la testa. Stavolta, invece, l'avventura non è facile e neanche la solita, perché la ragazza appartiene a una nota famiglia mafiosa siciliana. La vicenda si articola con scontri tra i due amanti e poi tra Peppino e la moglie che scopre il tradimento. L'epilogo sarà imprevisto e insolito.

  • av Vincenzo Scuderi
    196,-

    Il romanzo narra alcuni fatti riferiti ad un boss mafioso di Cosa Nostra, un certo don Filicinu, visti negli aspetti più ironici che tragici attraverso l'uso di una terminologia e di un linguaggio che, alla siciliana, vengono chiamati "alla spicciolata". Contiene anche la Presentazione ideale di un personaggio importante che opera nello stesso ambiente e che usa, bontà sua, un linguaggio definito in termini siculi "papale, papale". Il nostro protagonista viene presentato nelle vesti di: Padre. Avendo avuto grande ammirazione e considerazione verso un suo giovane affiliato, considerato come "u figghiuzzu du cori" su cui porre ciecamente la sua fiducia. Un giorno, in occasione del traffico di una partita di "merce bianca", ottiene in cambio un grande tradimento. Atroce è la sua vendetta. Padrino. Per aver accettato di cresimare il figlio di un suo fidato esecutore, considerato il suo braccio destro. Il giovane, impiantatosi poi in America, diventa grazie al suo aiuto un capo mafia importante e famoso d'oltre Oceano. Prima di partire, il giovane riceve l'investitura ufficiale in Cosa nostra. Padrone. Il boss evidenzia spietatezza e crudeltà estrema nei confronti di tre cosiddetti suoi "amici" che hanno osato mettere dei limiti alla sua autorità e alla gestione del suo territorio, condannandoli a una esecuzione esemplare.

  • av Vincenzo Scuderi
    249,-

    Il romanzo descrive la vita misera, apparentemente inutile, oppressiva e crudele che si accanisce, in ogni sua manifestazione, su un bimbo di nome Domenico, siciliano, costretto a vivere in un ambiente familiare ostile, diseducativo, disumano. Aveva due genitori terribili che lo amavano a modo loro, ma che mai gli diedero occasione di fargli assaporare la dolcezza di una carezza o di un dolce abbraccio; piuttosto, impartivano l'educazione con prepotenze, sonori ceffoni, nonché castighi ingiusti, paure e comandi. Gracile, indifeso, costretto, tra l'altro, a subire anche la malattia terribile di quel periodo del dopo guerra, come la tubercolosi, si era convinto d'essere soltanto un buono a nulla, privo di personalità, inutile, il fantasma di se stesso e completamente svuotato della sua essenza. Imparò a desiderare la morte e ne fece suo rifugio, come la sua unica muta ma fedele compagna, che potesse risolvere quanto prima i suoi problemi. Per fortuna, col passare degli anni, dopo quell'infanzia e adolescenza tutte da cancellare, la sua vita cominciò a schiarire... forse qualcuno, da lassù, ne ebbe grande commozione e compassione. Un Dio che sicuramente gli avrà fatto compagnia nei terribili momenti di muto pianto. In effetti, il contenuto di questa storia, nonostante la crudeltà di quel si-stema oppressivo d'allora, uguale, forse, in tante altre famiglie, mette in evidenza che, in fin dei conti, è davvero la Provvidenza Divina la vera unica protagonista della nostra esistenza e perciò di questa storia. Quel piccolo essere insignificante, contrariamente ad ogni previsione che lo vedeva sempre soccombente, mortificato in ogni pur minima manifestazione, dalla innocente personalità, su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo, col tempo, diventa una "persona" incredibilmente di grande valore. Una personalità importante, nonostante tutto. Poi la sua vecchiaia ed il suo naturale epilogo.

  • av Vincenzo Scuderi
    196,-

    Questo racconto inizia con la presentazione del volume, in chiave ironica, da parte di un boss immaginario, don Franciscu, ritenuto un pezzo da novanta, scritta da chi è avvezzo a esprimersi in lingua italiana in modo sui generis. Oltre al personaggio principale, la vicenda si sviluppa attorno alla figura della figlia Samantha, donna di polso, intelligente, astuta che riesce sempre e in ogni modo, abilmente, a dimostrare le sue capacità pratiche di soluzione a qualsiasi problema. Don Franciscu ha il rammarico di non avere avuto l'erede, il maschio, cui lasciare il suo potere accumulato nella famiglia di Cosa Nostra. Pone perciò totale affidamento sulla figlia Samantha, unica prosecutrice della sua attività organizzativa e della reggenza del potere mafioso. Le propone di prendere le redini della "Famiglia". Poco dopo, il boss viene ucciso a tradimento. Samantha è costretta alla vendetta e dopo, a prendere la decisione sulla prosecuzione del potere lasciato dal padre. Quella sua fu inattesa e inaspettata.

  • av Vincenzo Scuderi
    374,-

    La prima novella è ambientata nel dopo guerra e tratta di Sara, una popolana, innamorata di un soldato americano durante lo sbarco in Sicilia avvenuto a Licata. Poi quella di due giovanissimi in cui proprio l'innamorata dà insegnamenti di prudenza e saggezza di vita. C'è profonda malinconia e amarezza nella storia di Ninetta, donna dignitosa e orgogliosa, condotta dal figlio in una Casa di Riposo. In una coppia di ragazzini è Annunziata che con ferma decisione riesce a portare avanti la gravidanza nonostante la dura opposizione dei genitori. L'autore, dopo un dialogo con la gelosissima Madre Terra di Sicilia, innamoratosi dell'isola della Sardegna la implora di lasciarlo partire con la promessa che tornerà. E poi, il lamento di estremo sconforto di un figlio quando si sente abbandonato dalla sua madre Terra di Sicilia nel momento della sua dipartita. Caterina, sin da piccola è stata disprezzata e odiata dalla madre. Il dialogo che diventa un monologo, ricorda la crudeltà subite, gli ostacoli frapposti per impedirle di sposare l'unico uomo della sua vita. Un racconto ambientato a Catania, vede protagonista una sposa, che decide di andare a lavorare lontano dal suo paese. Parte degli eventi si svolgono idealmente nel Convento delle Benedettine di Via Crociferi. Infine la storia del Imera, principessa innamorata del giovane bellissimo Mare Mediterraneo.

  • av Vincenzo Scuderi
    348,-

    Il romanzo si svolge in un paese della Sicilia dei tempi nostri. Narra principalmente di una Suora, una mistica cui non solo la gente del paese, ma quella dei dintorni, fa ricorso per avere un consiglio, un conforto e trovare la pace e il refrigerio dell'anima. Dalla personalità carismatica e profondamente umana, la "Monaca santa", conosciuta con questo nome in tutto quel territorio, riesce a dare quasi sempre ad ogni visitatore la giusta risposta e una certa serenità interiore. Tra le tante vicissitudini umane, più o meno cariche di tensione, passione, dolore e le altre situazioni complicate che si snodano lungo la narrazione, spicca la personalità della giovanissima Maria, Marì o Maruzza come affettuosamente tutti la chiamano. Anche questo personaggio, per la spontaneità dei sentimenti, la semplicità dei modi, la delicatezza, la gentilezza e l'ingenuità dell'animo trova, nella "Monachedda santa", un naturale sollievo e un riferimento importante. Maruzza riesce a dare un senso ai suoi sentimenti, alle emozioni, agli affetti, agli impulsi del suo cuore e alle innocenti passioni che la sua giovane età le regala come doni semplici della vita. La "Monaca santa" vede in lei delle qualità e una sensibilità non comuni, straordinarie, che si manifesteranno proprio in un'occasione particolarmente triste, incisiva nella vita della giovane. Il romanzo è scritto in lingua italiana; parte del dialogo è riportato, tra parentesi, in dialetto siciliano.

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