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Bøker av Luigi Pirandello

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  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Atrio della villa Arcuri in Riviera. A sinistra, la scala scoperta, di legno, con guida, che conduce ai piani superiori. Si vede, del primo, il ballatojo su cui dànno gli usci delle stanze sovrapposte. Sotto questo ballatojo, nel fondo, in mezzo, l'uscio che immette nella sala da pranzo: uscio a vetri smerigliati. A destra, appartato, un angolo, le cui pareti son formate da scaffalature di libri, intorno alle quali corre una panconata di cuojo. Un tavolino è nel mezzo, con portafiori, portasigarette, portacenere, ecc. Ricchi mobili moderni, da atrio. Sono in iscena, al levarsi della tela, il cameriere Enrico e la cameriera, presso l'entrata per ricevere gl'invitati. Il primo ad arrivar...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Alessandro D¿Ancona, in quel suo notissimo studio su Cecco Angiolieri da Siena, dopo aver notato quanto vi sia di burlesco in questo nostro poeta del sec. III, osserva: «Ma per noi l¿Angiolieri non è soltanto un burlesco: bensì anche, e più propriamente, un umorista. E qui i camarlinghi della favella ci faccian pure il viso dell¿arme, ma non pretendano di dire che in italiano bisogna rassegnarsi a non dir la cosa, perché non abbiam la parola». E, accortamente, in una nota a piè di pagina, soggiunge: «È curioso però che il traduttore francese di una dissertazione tedesca sull¿Humour, inserita nel Recueil de pièces intéressantes, concernant les antiquités, les beaux-arts, les belles-lettr...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Muri bianchi, altissimi. Alle grandi vetrate luminone, tende nere. Tappeto nero, mobili neri. Lungo le pareti, collocate simmetricamente, riproduzioni in gesso di antiche statue di Diana. Porta a destra; uscio a sinistra. Una gran tela bianca pende quasi a mezzo della scena, sospesa a un bastone e scorrevole sugli anelli, a riparo della modella nuda, in piedi su uno zoccolo. La sua ombra per via d'una forte lampada accesa dietro, si proietta nera, enorme, sulla parete di fondo, atteggiata da Diana, come nel piccolo bronzo del museo di Brescia, attribuito al Cellini. Al levarsi della tela, Nono Giuncano di qua dalla tenda, fosco, irrequieto, siede su uno sgabello, aspettando che la "posa...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Salotto in casa di Silia Gala, bizzarramente addobbato. In fondo, grande porta vetrata olandese, di vetri rossi scompartiti su intelajatura bianca che s'apre su due bande, scorrendo di qua e di là entro la parete. Aperta, lascia scorgere di là il salotto da pranzo. - La comune è nella parete sinistra, dove è anche una finestra. Nella parete di destra é un camino; sulla mensola di esso, un orologio di bronzo. Presso il camino, un uscio...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Quando donna Mimma col fazzoletto di seta celeste annodato largo sotto il mento passa per le vie del paesello assolate, si può credere benissimo che la sua personcina linda, ancora dritta e vivace, sebbene modestamente raccolta nel lungo «manto» nero frangiato, non projetti ombra su l'acciottolato di queste viuzze qua, né sul lastricato della piazza grande di là. Si può credere benissimo, perché agli occhi di tutti i bimbi e anche dei grandi che, vedendola passare, si sentono pur essi diventare bimbi a un tratto, donna Mimma reca un'aria con sé, per cui subito, sopra e attorno a lei, tutto diventa come finto: di carta il cielo; il sole, una spera di porporina, come la stella del presepio...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Sala di redazione del giornale politico quotidiano La Lotta. Uscio comune in fondo, che dà su un corridojo. Due scrivanie, disposte lateralmente, quasi di fronte. Un tavolino in mezzo, ingombro di giornali. Due vetrine; scaffali; un canapè; poltrone; seggiole. Alle pareti un orologio, un manifesto illustrato del giornale La Lotta; altri avvisi, ecc. Al levarsi della tela, la scena è vuota. Poco dopo s¿apre l¿uscio e Cesare D¿Albis mostra dalla soglia la stanza vuota a Livia Arciani. D¿Albis: Ecco, vedete? non c¿è. Prego. Lascia passare Livia: Non c¿è davvero. Livia: Ma sì, lo credo... lo vedo. D¿Albis: No, scusate: insisto; ho voluto darvi la prova, perché non abbiate a sospettare. ...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Ricco salotto in casa dell'avvocato Carpani. La comune è nella parete di fondo, verso sinistra. Due usci laterali. Quello a destra dà nello studio del Carpani. Al levarsi della tela, la scena è vuota. Entrano dalla comune Lisa, vecchia domestica con la cuffia e gli occhiali, stupida e pedante, e Ferrante Morli, bell'uomo, forte, sui quarantacinque anni, sbarbato, con folti e ricci capelli, già tutti grigi, vestito con eleganza un po' abbondante, all'americana. E in preda a una viva ansietà, ma si sforza di dominarla. Questo sforzo lo fa apparire più d'un po' strano e distratto...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    La scena rappresenta lo scrittojo del romanziere Ludovico Nota. È un'ampia stanza d'affitto, con vecchi mobili scompagni, comperati di combinazione: alcuni, più volgari, di proprietà della signora Onoria; altri, del romanziere. Nella parete di fondo, un grande scaffale di libri; in quella a destra, tra due finestre guarnite di vecchie tende ingiallite, una scrivania alta, da scrivervi in piedi, col palchetto sottostante ingombro di grossi dizionari. Nella parete a sinistra, un divano d'antica foggia ricoperto di stoffa chiara a fiorami, con merletti appuntati sulla spalliera e ai bracciuoli, forse per nascondere il sudicio; poltrone, seggiole imbottite, un tavolinetto con ninnoli: tutto n...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Studio editoriale di Pietro, editore per diletto. Chiara stanza con pochi mobili (facilmente smontabili e asportabili). Nella parete di fondo, un enorme manifesto illustrato a colori, con cui è stato lanciato americanamente il libro L'imbalconata, liriche di Délago. Ai due lati di questo manifesto, due ritratti ingranditi si voltano le spalle: a destra, quello di *** nel suo atteggiamento ormai famoso, perché migliaja e migliaja di volte riprodotto in libri e stampe d'ogni genere; a sinistra, quello del presunto Délago, cioè d'un bel giovane sui vent'anni, che potrebbe anche essere una lontana immagine giovanile di ***, ignota a tutti e irriconoscibile. In luogo della parete destra ci sa...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Dove sono i puntini, i nomi delle Attrici e degli Attori principali. Non è poco: ma basterà così. La sala del teatro è piena questa sera di quegli speciali spettatori che sogliono assistere alla prima rappresentazione di ogni commedia nuova. L¿annunzio, nei giornali e nei manifesti, d¿un insolito spettacolo d recita a soggetto ha fatto nascere in tutti una grande curiosità. Solo i signori critici drammatici dei giornali della città non ne danno a vedere, perché credono di poter dire domani facilmente che pasticcio sarà. (Dio mio, su per giú qualche cosa come la vecchia commedia dell¿arte: ma dove son oggi gli attori capaci di recitare a soggetto, come al loro tempo quei comici indiavola...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Angelo Baldovino; sui quaranta; grave; capelli fulvi, non curati affatto. Corta barba, un po' ispida, rossiccia; occhi penetranti; parola piuttosto lenta, profonda. Veste un greve abito color marrone; porta quasi sempre tra le dita un paio di lenti. La persona trasandata, l'aria, il modo di parlare, di sorridere, denotano un uomo dalla vita trarotta, che serba in sé, ben nascosti, tempestosi e amarissimi ricordi, da cui ha tratto una strana filosofia piena insieme di ironia e d'indulgenza. Questo, specialmente nel primo atto e in parte nel terzo. Nel secondo, appare, esteriormente almeno, trasformato: sobriamente elegante: disinvolto, ma con dignità; signore; ha cura della barba e dei ca...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    Da lungi ancor la florida alba suprema de¿ freschi colli lombardi in vetta ridemi, Italia, in core. Àlacri i miei pensieri, com¿api ritornano a sciame a Te che il fiore delle contrade sei. Or di leggiadro riso che un¿eco di gioje ridesti, or di mestizia il volto diafano atteggiate, chiuse in un sogno vago, già fuor della vita e pur vive, per le tue terre, Italia, erran le mie memorie. Oh rosea in faccia ai primi, aerei gioghi de l¿Alpi, villa degl¿Imbonati, nido di verde pace! Ivi con lo sbaldore d¿innumeri uccelli, tra ¿l folto de¿ campi tuoi, col bacio fulgido del tuo sole,

  • av Luigi Pirandello
    241,-

    La taverna di Nuccio d¿Alagna nella calata del porto d¿una città marinara del Mezzogiorno. La parete di fondo è divisa in due parti che formano in mezzo un breve angolo. Nella parte sinistra, che rientra in quest¿angolo, è inserita un¿alta e stinta scaffalatura con polverose bottiglie di liquori, d¿ogni colore, allineate sui palchetti. Davanti alla scaffalatura, un banco di méscita, di quelli all¿antica, con la buchetta in mezzo per le monete. In questo banco, da un lato, l¿acquaio, con attorno bottiglie, bicchieri, bicchierini; dall¿altro lato, un fornelletto a spirito, con una vecchia cùccuma da caffè, di rame e il manico d¿osso; e, attorno, rozze tazze di terraglia, scheggiate. L¿altra...

  • av Luigi Pirandello
    241,-

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  • av Luigi Pirandello
    241,-

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    241,-

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    241,-

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  • av Luigi Pirandello
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