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Il Περὶ ἑπτὰ θεαμάτων è l'unico trattato sulle sette meraviglie che ci sia giunto dall'antichità . Il solo testimone che ne tramanda il testo - il Pal. Gr. 398, celebre testimone appartenente alla cosiddetta "collezione filosofica" - lo attribuisce all'ingenere ellenistico Filone di Bisanzio, attivo fra la metà e la fine del III sec. a.C. Tale attribuzione ha accresciuto, fin dal XVII sec., fama e autorità del trattatello. Tutto indica, tuttavia, che l'autore debba essere considerato tardo-antico, se non addirittura proto-bizantino. Questo volume offre la prima edizione critica del Περὶ ἑπτὰ θεαμάτων, corredata di traduzione, e preceduta da un'ampia introduzione che esplora la tradizione letteraria di cui l'autore si è nutrito, nonché le sorti testuali, il genere, la lingua e lo stile del trattatello, per arrivare a un'ipotesi di datazione. A ciascuna delle meraviglie descritte dall'autore sono inoltre dedicati approfondimenti di carattere storico e letterario, utili a far emergere le peculiarità della prospettiva adottata dallo Pseudo-Filone, e - in alcuni casi - a individuarne le probabili o sicure fonti. A corredo e giustificazione del testo è offerta una discussione dei passi più problematici sotto il profilo esegetico e critico-testuale. Conclude il volume la traduzione latina, sinora inedita, di Lukas Holste (1596-1661).
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