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Io sento, dal profondo, un'esile voce chiamarmi: sei tu, non nato ancora, che vieni nel sonno a destarmi? O vita, o vita nova!... le viscere mie palpitanti trasalgono in sussulti che sono i tuoi baci, i tuoi pianti. Tu sei l'Ignoto.¿Forse pel tuo disperato dolore ti nutro col mio sangue, e formo il tuo cor col mio core; pure io stendo le mani con gesto di lenta carezza, io rido, ebra di vita, a un sogno di forza e bellezza: t'amo e t'invoco, o figlio, in nome del bene e del male, poi che ti chiama al mondo la sacra Natura immortale. E penso a quante donne, ne l'ora che trepida avanza, sale dal grembo al core la stessa devota speranza!... Han tutte ne lo sguardo la gioia e il t...
La casa nel vicolo di Maria Messina è un emozionante romanzo che vi porterà nella suggestiva Sicilia degli anni Trenta. Seguirete le vicende di Caterina, una giovane donna costretta a lottare per la sua felicità dopo la morte del padre.Con uno stile realistico e coinvolgente, la scrittrice dipinge un affresco vivido della vita quotidiana di San Giuliano e dei suoi abitanti, tra amori impossibili e passioni contrastanti.La figura di Caterina incarna la forza e la determinazione delle donne siciliane, pronte a infrangere le convenzioni sociali per affermare la propria dignità e libertà. Un romanzo da non perdere per chi ama la letteratura italiana e la Sicilia. Maria Messina (1887-1944) elesse la sua Mistretta per poter descrivere non solo la realtà del piccolo borgo messinese e le condizioni degli umili, ma in forma inedita il rapporto di oppressione fra uomo e donna, l'assenza di una emancipazione (sociale, culturale, di genere) che la pesante marcia delle riforme statali sceglieva di relegare ai margini e dimenticare volutamente, accentandola come inevitabile. Maria Messina è una giovanissima scrittrice delle grandi sfide, forse impossibili da vincere ma che valgono un'intera vita per essere combattute.
Chiama chiamäed alcun non le risponde¿ la Donna prigioniera nella Trappa: dello spiraglio ai ferri ella s'aggrappa, livida tra le sparse ciocche bionde: notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno, chiama ed attende, chiama e spera, chiama e piange:¿taglia l'aria come lama lo stridor vano del singhiozzo eterno. «Sorella Anna, tu che insonne vegli sulla torre più alta, e conti gli astri e le nuvole in cielo, e i vïolastri veli dell'alba cingi a' tuoi capegli:
Stella Mattutina, del 1921 è nei fatti un romanzo-autobiografico della stessa Autrice. Pieno zeppa di ricordi, basati principalmente sui dialoghi con la madre. La Negri passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni, legata un tempo al celebre mezzosoprano Giuditta Grisi, fino alla morte della quale era stata governante la nonna Peppina.Sul rapporto tra la Grisi e la sua famiglia, Ada costruirà il mito della propria infanzia. Anche se nei fatti un vero rapporto non vi fu mai e Ada che passava molto tempo sola nei locali della portineria, osserva per lo più il via vai di questa élite di persone da una certa distanza.Quindi Dinin la protagonista altri non è che Ada. Dinin che esplora il mondo con il visibile, ama anche con l'invisibile, in chiave spesso quasi onirica e trasfigurata.Affascinanti le immagini "botaniche" che ben rimandano a quegli anni di art noveau, fatti di atmosfere idilliache e profumi immaginari che tanto sarebbero piaciuti a Matisse e Monet. Ma il contenuto non è solo estetico ed estatico, Ada Negri passa presto a raccontare anche difficoltà e miserie, soprusi e drammi sociali, travalicando con abilità e arte l'esperienza autobiografica, per assumere un valore sociale universale. Tutti particolari e prerogative che rendono questo romanzo del primo novecento assai moderno e storiografico.Quando uscì, nel 1921, "Stella mattutina" ebbe un successo enorme che consolidò una volta di più la sua autrice. Piacque per la sua adesione al genere autobiografico che la individuava tipicamente, e piacque anche lo sforzo dell'autrice di illustrare con coraggio la situazione femminile di quegli anni in Italia.
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