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Annibale, cosí famosissimo principe fra i cartaginesi, dapoi che egli fu vinto dall'avventuratissimo Scipione, signor nostro illustrissimo, si condusse in Asia apresso a quel valoroso re Antioco, il quale in quei suoi tempi era mirabile. Fu ricevuto adunque graziosamente Annibale, e come suo compagno lo trattava: è ben vero che questo fu atto di pietá, acciò che i principi conoscessero che non è virtú che paragoni quella di chi è pietoso in verso gli afflitti sventurati e di coloro che hanno cattiva sorte. Costumavano questi duo gran signori d'andarsene talvolta alla caccia, spesso a rivedere i suoi eserciti e amaestrargli...
Era la notte del giovedì grasso. Nessuno si ricordava di un inverno mite come quello, e il carnevale aveva uno sfogo inusitato. I ricchi se la spassavano nei palazzi; il popolo nelle osterie, sotto i portici, alla fiera, ai balli pubblici. I veglioni erano affollati e, come il solito, più di tutti si mostrava animato quello dello Scribe. Fra le maschere che avevano fatto il loro ingresso colà dopo la mezzanotte, vi era un domino femminile elegantissimo, troppo elegante, che stonava in quell'ambiente volgare.
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che' la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era e` cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'e` amara che poco e` piu` morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, diro` de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com'i' v'intrai, tant'era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al pie` d'un colle giunto, la` dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite gia` de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un...
Per correr miglior acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a se' mar si` crudele; e cantero` di quel secondo regno dove l'umano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno. Ma qui la morta poesi` resurga, o sante Muse, poi che vostro sono; e qui Caliope` alquanto surga, seguitando il mio canto con quel suono di cui le Piche misere sentiro lo colpo tal, che disperar perdono. Dolce color d'oriental zaffiro, che s'accoglieva nel sereno aspetto del mezzo, puro infino al primo giro, a li occhi miei ricomincio` diletto, tosto ch'io usci' fuor de l'aura morta che m'avea contristati li occhi e 'l petto. Lo bel pianeto che d'amar conforta f...
Sotto il regno degli ultimi Stuardi, il regio Consiglio privato adoperava tutti i modi posti in sua facoltà per abbattere lo spirito di puritanismo, che formò, può dirsi, il carattere del governo precedente; ed era ad un tempo sollecito di far rigermogliare quelle feudali instituzioni, che unendo al signore il vassallo, poteano come il Consiglio sperava, collegare e questo e quello più saldamente alla corona. I magistrati ordinavano frequenti rassegne, esercizi militari, talvolta giuochi e passatempi. La qual ultima provvisione nelle circostanze che correvano era per lo meno sbagliata in politica; perchè la gioventù d'entrambi i sessi, a cui in tutti altri tempi il flauto e il tamburino, ...
Qui si comincia la istoria de' Reali di Francia, cominciando a Gostantino imperadore, secondo molte leggende ch'io ho trovate e raccolte insieme. Ed è partito questo volume in sei libri: il primo tratta di Fiovo e di Riccieri, primo paladino di Francia; il secondo di Fioravante e parte di Riccieri, primo paladino; il terzo tratta di Ottaviano del Lione come andò in Egitto; il quarto tratta di Buovo d'Antona; il quinto tratta della vendetta di Buovo d'Antona fatta per Guido e Sinabaldo e per lo re Guglielmo d'Inghilterra suoi figliuoli; il sesto tratta del nascimento di Carlo Magno e della scura morte di Pipino da due suoi figliuoli bastardi.
Idee generali intorno alla scienza militare ed alle sue relazioni colle altre scienze e collo stato sociale. Volendo pubblicare alcune idee sulla scienza militare, crediamo utile anzi indispensabile esporre innanzi ogni cosa il metodo piú atto a seguire in questo lavoro, a fine di renderlo piú chiaro ai lettori. E perché abbiamo in animo di scrivere non solamente pei militari ma bensí per coloro che attendono all'altre scienze, stimiamo sia d'uopo far noto il rapporto e il collegamento che la scienza della quale trattiamo ha colle altre.
La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte piu` e meno altrove. Nel ciel che piu` de la sua luce prende fu' io, e vidi cose che ridire ne' sa ne' puo` chi di la` su` discende; perche' appressando se' al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non puo` ire. Veramente quant'io del regno santo ne la mia mente potei far tesoro, sara` ora materia del mio canto. O buono Appollo, a l'ultimo lavoro fammi del tuo valor si` fatto vaso, come dimandi a dar l'amato alloro. Infino a qui l'un giogo di Parnaso assai mi fu; ma or con amendue m'e` uopo intrar ne l'aringo rimaso. Entra nel petto mio, e spira tue si` co...
Sinibaldo, re d'Erminia e figliuolo di Buovo, passati due anni dopo la morte di suo padre, venne in ponente, e a Londra furono insieme li tre fratelli, cioè Guido, Sinibaldo e 'l re Guglielmo d'Inghilterra; e fu con loro Ruberto dalla Croce, Sanguino d'Antona e Guerrino, figliuolo di Sinibaldo d'Erminia, e Bernardo di Chiaramonte, figliuolo di Guido; e qui si giurò e affermò di fare la vendetta di Buovo. E mandarono a spiare e a sentire dov'era Gailone, il quale uccise Buovo, e cercarono tutta Fiandra e le terre de' Maganzesi, e seppono come egli aveva rinnegato, e come era a Bambillonia, e ch'egli era il maggiore uomo ch'el soldano avesse sotto la sua signoria, e come egli aveva ...
Falco era l'unico figlio di un povero taglialegna, che viveva in un misero casolare, posto nel centro della foresta. Egli aveva perduto sua madre all'età di tre anni e da quel giorno suo padre non gli rivolgeva più la parola, né sorrideva: il pover'uomo stava per ore ed ore intere seduto sopra un grosso ceppo, all'ombra di una querce secolare, con l'accetta fra le gambe, i gomiti puntati sulle ginocchia, chiuso nel suo mutismo, senza curarsi del bimbo, che ruzzava ai suoi piedi con dei piccoli ciottoli e non sospendeva il suo giuoco, che quando il padre, scosso un istante dal suo torpore entrava in casa per uscirne quasi tosto con un pezzo di pan nero, che gli porgeva in silenzio ed il fa...
Il Ramadan, la quaresima dei mussulmani, che dura solamente trenta giorni invece di quaranta, stava per finire anche a Tafilelt, città perduta ai confini meridionali dell'impero marocchino, dinanzi all'immenso mare di sabbia, al Sahara. In attesa del colpo di cannone che segnalava la fine del digiuno, dopo di che cominciava l'orgia notturna, la popolazione si era riversata nelle vie e nelle piazze per ammirare i santoni e i fanatici. Si sono modificate ed un pò ingentilite la Turchia e l'Egitto; la Tripolitania e l'Algeria hanno molto perduto del loro selvaggio zelo religioso, ma il Marocco, al pari dell'Arabia, la culla dell'Islam, si è mantenuto tal quale era cinquecento o mille anni ...
La tribù s'era fermata. Aveva trovato in mezzo al deserto un vasto paese ricco d'acqua, di prati e d'alberi, e, involontariamente, senza che nessuno lo proponesse, invece di farvi una delle solite soste fugaci, aveva messo radice in quel paradiso, era stata avvinghiata dalla terra e non aveva più saputo staccarsene. Pareva fosse giunta a quel grado superiore di evoluzione che esclude la vita nomade; riposava della marcia secolare. Le tende lentamente si mutarono in case; ogni membro della tribù divenne proprietario.Corsero gli anni. Alì, un guerriero inquieto, refrattario alla nuova vita, sellò il cavallo e galoppò da una parte all'altra di quello ch'egli s'ostinava di chiamare acca...
Costui l'ho conosciuto ciliegia! I Francesi in questo senso dicono: Je l¿ai vu poirier. Ora è prefetto di una città... d'Europa. Dico d' Europa, perchè anche in Francia ci sono dei prefetti. Nei giorni che al governo stava uno di quei ministeri, di cui Cesare Correnti scrisse: essere pietà il tacerne, avvenne la sua nomina. E tutti a domandarsi: Chi è costui? D'onde viene? Mi ricordo che, discorrendo di lui, con un mio vecchio maestro di calligrafia, mi diceva: ¿ Come mi vedi, caro Cletto, io ho insegnato a scrivere il ronde e l'inglese a molti e molti fanciulli, che poi, per un verso o per l'altro, riuscirono a far parlare di sè.
Dopo che Morton ebbe abbandonate le ultime stazioni del campo reale, e giunto a quelle de' Presbiteriani, lo colpì fortemente la diversità immensa di disciplina che fra un esercito e l'altro scorgeasi; laonde mal augurò della pugna che già era imminente. La discordia impadronitasi dianzi, come vedemmo, de' consigli presbiteriani, s'era propagata successivamente fra i semplici soldati, nè v'era drappello d'essi, o corpo di guardia anco il men ragguardevole, ove lo studio di disputare spietatamente le controversie che teneano disgiunti quegli animi non prevalesse alla cura di vigilare sulle fazioni dell'inimico: e sì! sel vedeano vicinissimo, e ne udivano le trombe e i tamburi.
Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli (tali notizie noi ricaviamo da un Manoscritto del Milleseicento, nel quale è narrata la presente istoria) è un lago esclusivamente d'acqua dolce, a differenza del Mar Caspio o del Mar Morto, che son salati per pura combinazione. Il suddetto ramo, strada facendo, vien, quasi d'un tratto, a restringersi formando in luogo la città di Lecco, i cui abitanti diconsi Leccobardi; gente industriosa e di grande malizia, che, per potervi gettar sopra un ponte, costrinsero il lago a divenire un fiume.
Regnando Gisberto, re di Franza, e Ottaviano, re di Scondia, fu manifesto a Ottaviano come il suo suocero era morto, ed era rimaso l'avolo della sua moglie signore, ed era vecchio, e aveva nome Danebruno. Ottaviano diliberò fare passaggio per acquistare la dota della moglie, la quale gli fu promessa in Iscondia pel suocero, la quarta parte della signoria inverso Libia; e ragunato suo consiglio, molti si profersono fargli compagnia, fra' quali fu Gisberto di Guascogna e Giliante di Mondres, che giurò fargli compagnia insino alla morte. Diliberato Ottaviano questo acquisto...
Il cuore parla, ma la ragione giudica; quello si abbandona sovente agl'impeti generosi del sangue, questa non può sempre seguirlo ed è costretta a frenarlo, tal volta con un asciutto consiglio, tal altra con un gelido sarcasmo. Povera ragione! la chiamano fredda e severa, laddove essa non è che sincera. Se ella potesse! figuratevi se non farebbe anch'ella le sue brave pazzie! Poco innanzi il suo colloquio con la dolce Maria, il nostro Lorenzo Salvani era triste, ma risoluto. Desideroso di finirla con una vita increscevole, già si vedeva il petto squarciato dal piombo di una mischia notturna; egli era il primo a correre innanzi e il primo a cadere. Ma innamorato di Maria, ma dopo di averl...
Nel tempo che regnava lo re Fiorello, figliuolo di Fiovo, che fu figliuolo di Gostantino imperadore, cioè del secondo Gostantino, el quale fu fatto cristiano per mano di papa Salvestro negli anni di Gesú Cristo CCCXXII, con questo re Fiorello regnava Riccieri, primo paladino di Franza fatto per Fiovo, il quale fu figliuolo d'uno romano, chiamato Giambarone, della schiatta degli Scipioni di Roma; e molto l'amava lo re Fiorello, e Riccieri amava lui; ed era Riccieri duca di Sansogna. Ora, regnando lo re Fiorello, ed avendo per moglie una gentile donna, nata del sangue di Baviera e sorella carnale di Chinamo, duca di Baviera, ed era stato molto tempo con lei, che non aveva potuto aver figliu...
Nel quale si discorre del bel tempo e si fa la conoscenza di qualche personaggio. Era uno dei primi giorni di febbraio, nell'anno di grazia 1857, ed era, a mal grado della stagione, una bella giornata. A Genova le belle giornate, anco nel cuore dell'inverno, sono la cosa più naturale del mondo. Il cielo è sereno; il sole non si contenta di mostrarsi in tutta la sua splendidezza, ma vi scalda sovrammercato; l'aria è tiepida, sarei per dire balsamica. E perchè no? In questa città i fiori durano nei giardini come nelle stufe, solo che vi pigliate la briga di ripararli dal vento. Quando fanno di queste giornate, i genovesi escon dal chiuso e vanno a passeggio, benedicendo alla provvidenza, c...
In un borgo della Mancia, che non voglio ricordarmi come si chiama, viveva non è gran tempo un nobiluomo di quelli che hanno e lancia nella rastrelliera e un vecchio scudo, un magro ronzino e un levriere da caccia. Un piatto di qualcosa , più vacca che castrato, brincelli di carne in insalata, il più delle sere, frittata in zoccoli e zampetti il sabato, lenticchie il venerdì, un po' di piccioncino per soprappiù la domenica, esaurivano i tre quarti dei suoi averi. Al resto davano fine la zimarra di castorino, i calzoni di velluto per le feste con le corrispondenti controscarpe pur di velluto. Nei giorni fra settimana poi gli piaceva vestire d'orbace del più fino.
Sissignore, se fosse vero non lo negherei e a dirè senza renitenza: sè, èl prem dè d'avrel mi hanno fatto caminare; avrei èl curagg ed direl... Percossa far di misteri?, dseva quèl ch' guardava èl pordgh ed S. Lùcca, ma questa è un'idea dia mî famèja, che anche lui, quant al sintirà comme è la fazzènda, converrà nella negativa. Dònca sabet, l'era ott òur che am era livà in quèl mumèint e mi affibiavo i tirant del bragh, lo so che non usano più, ma d'altra banda mî mujer l'am dis sèimper ch'am tegna sù, e che mi tenghi su, per via del decoro, e come si fa a tenersi su sèinza i tirant?!
Il volume che ora viene alla luce consta di due parti: la prima è la seconda edizione degli Elementi di Scienza politica, che furono pubblicati alla fine del 1895; la seconda è completamente nuova e fu pensata e scritta negli ultimi due o tre anni.Essendo infatti da un pezzo esaurita la prima edizione del lavoro sulla Scienza politica, pubblicato quasi trenta anni fa, diventava necessario farne una nuova; ma intanto erano mutati i tempi, nuovi avvenimenti erano maturati ed essi mi fornivano nuovi dati dei quali dovevo tener conto, anche perchè modificavano sensibilmente alcuni dei modi di vedere ai quali mi ero conformato quando scrivevo la prima parte del lavoro. Nè devo nascondere al le...
Per occasione del soggetto che di presente si ha da trattare, primieramente saper si dee che, sí come tutte le cose, che si comprendono sotto il peso, sotto il numero e sotto la misura, deono essere da una forma certa regolate, che ad un fin le guidi; cosí parimente nel maneggio dell'oro e dell'argento, per ridurre le cose che da essi hanno dipendenza al loro debito fine, ed in particolare il far monete di varie leghe o finezze, quali siano di giusti dati valori e di real corrispondenza in tutti li pagamenti nel conteggiarle, e che stiano per sempre nel loro giusto essere, e che non possano esser mai tose e guaste o fose per rifarne altre, è necessario trovare un ordine ed una regola che ...
Non lungi dalla via maestra che congiunge Pescia a Pistoia trovasi un villaggio detto Monsummano, di antica origine a quel che sembra, essendo stato, come le voci mons summo manium accennano, dedicato a Plutone; così almeno pretende il Proposto Gori che ha raccolto quanto si sa o si crede sapere su tale argomento. Fatto sta che in questo paesetto, la mattina del di 13 maggio 1809 tra l'undici e mezzogiorno, nacque Giuseppe Giusti dal Cav. Domenico e dalla Signora Ester Chiti. Sembra che l'ingegno avesse da molti anni preso domicilio nella sua famiglia: il suo avo paterno fu amico e Ministro di Pietro Leopoldo, e seco lavorò in quel Codice che servir dovea di modello a tutte le naz...
Quando, giorni fa, mandai a Vostra Eccellenza le mie commedie, stampate prima che fossero rappresentate, dissi, se ben mi ricordo, che don Chisciotte si metteva gli sproni per venire a baciare le mani di V. S.: ora dico che se li è messi, che si è incamminato e che se egli giungerà, mi sembrerà di avere reso qualche servigio a V. E., viva essendo la premura che da tante e tante parti mi vien fatta d'inviarlo a toglier via il fastidio e la nausea prodotti da un altro don Chisciotte che, mascheratosi sotto il nome di Seconda Parte, va girovagando per il mondo . E chi se n'è mostrato più voglioso è stato il grande Imperatore della Cina, dacché, sarà un mese circa, mi ha scritto per un suo co...
I fenomeni che imprendiamo a spiegare in questa parte della Fisica che dicesi particolare, suppongono e ci manifestano nelle molecole dei corpi una forza per la quale le une tendono verso le altre, e però chiamasi attrazione molecolare. Ma come le molecole dei corpi in virtù di sì fatta forza non giungono mai, come dovrebbero, ad un intero perfettissimo contatto; così è chiaro che vi abbia una causa interiore e generale che le respinga, e dal contatto tenda ad allontanarle, e di fatti le tiene lontane; e questa causa, che credesi da alcuni essere il principio del calore, denominasi oggi calorico. L¿attrazione quindi e il calorico sono sempre in contrasto operando sulle molecole de...
PASQUA SENZ'ALLELUJA Nessuno se n'era mai accorto; ma quasi ogni notte Maria Ledda, dalla finestra, e Nino Sbrizza, dalla parte del vicolo, si comunicavano a bassa voce le loro pene di cuore. Nino era geloso del figlio di mastro Paolo Barreca che, ogni domenica notte, conduceva i suonatori sotto i due balconi della casa di massaio Ledda e cantava, per lo meno, mezza dozzina di canzuni, una dietro l'altra, facendo sfoggio della bella voce di cui era orgoglioso. C'erano volute tutte le preghiere e tutte le calde raccomandazioni di Maria per ottenere da Nino Sbrizza che lasciasse sbraitare il Barreca come gli pareva e piaceva. Non era sicuro di essere il preferito? ¿ Ma lui si vanta... ...
Già discorrendo della legge della dilatazione dei gas di Volta, ho chiaramente detto che il far rivivere delle antiche Memorie dimenticate o poco conosciute, o il rivendicare al proprio autore i lavori scientifici erroneamente attribuiti ad altri, è semplicemente giustizia e null'altro; penso e sono convinto che il far ciò sia dovere altissimo, morale; l'agire diversamente sarebbe una forma di indifferentismo che io disprezzo. Col dare a Cesare ciò che è di Cesare è atto doveroso; in questo caso speciale, il riconoscere i meriti di Guglielmini non vuol dire togliere i meriti al Romé de l'Isle ed all'Haüy, ma vuol dire riconoscere come proprie a Guglielmini quelle idee...
L¿oggetto della Fisica sperimentale è quello di conoscere i corpi e le loro proprietà, stabilire le leggi della natura, comprendere quanto più si può il disegno dell¿universo, e rivolgere a pubblico comodo e a comune utilità le cose create. Per fornir degnamente un oggetto così nobile ed importante, comincia questa scienza e fondasi innanzi d¿ogni altro sulle osservazioni. Imperocchè non si può in altro modo giungere alla vera e chiara cognizione de¿ corpi, che attentamente riguardandoli; spiegar non si possono direttamente i fenomeni senza lo studio dei fenomeni medesimi; e notando con diligenza gli andamenti della natura, possiamo raccogliere le consuetudini, o, come diconsi, le leggi, ...
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