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Bøker i Classici della Letteratura Italiana-serien

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  • av Guglielmo Ferrero
    298,-

    Ma se l¿incendio della guerra si era così presto spento sulla aperta pianura gallica, pigliava forza invece e divampava e si dilatava, appiccandosi dall¿una all¿altra vallata, nelle Alpi. Publio Silio, dopo avere liberata la Istria da Pannoni e da Norici, era sceso nella valle del Po e si era recato a combattere nella Valtellina e nella Val Camonica gli insorti Vennoneti e Camunni . Ma altri popoli, trascinati dall¿esempio dei Vennoneti, che avevan fama di essere una delle genti alpine più ardimentose , si erano levati in armi: i Trumplini, nella Val Trompia, le numerose tribù dei Leponzi che occupavano le moderne Alpi Lepontine, cioè tutte le valli italiane e svizzere sboccanti sul lago...

  • av Emilio Salgari
    298,-

    Il sole tramontava fra una nuvolaglia grigiastra che si era distesa, a poco a poco, gonfiata dal vento di ponente, sopra l'Atlantico. Le onde, che riflettevano la luce, rumoreggiavano, correndo velocemente sull'immensa distesa fra le coste americane e le quattrocento Bermude poste, come tanti ridotti, intorno alla grande Bermuda, la unica isola abitata di quel vasto arcipelago sperduto in mezzo al grande Oceano orientale. Due navi avanzavano, coperte di vele fino al pomo degli alberetti, rollando dolcemente sotto i colpi delle onde che le investivano sulla dritta, sollevandole con fragore. Il vento di libeccio, abbastanza fresco, gonfiava le tele, sibilando fra le centinaia e centinaia...

  • av Matilde Serao
    298,-

    Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè ¿ e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno ¿ e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria. Paolo Joanna si vestiva pianamente, per non dest...

  • av Olinto Marinelli
    298,-

    La regione presa in esame, sua denominazione e limiti, precedenti illustrazioni. Il presente volume della Guida del Friuli considera la regione prealpina fra il Tagliamento e l'Isonzo, la quale raggiunge, in Val di Resia e lungo il corso inferiore della Fella, il territorio già illustrato nella Guida del Canal del Ferro e tocca pure, per breve tratto, quello considerato nella Guida per la Carnia. S'intitolò dalle Prealpi Giulie, sebbene vengano considerate anche le colline pedemontane e quelle dell'anfiteatro morenico, nonchè alcuni lembi della stessa pianura, e quantunque, così nella parte generale, come in quella itineraria, ai limiti naturali spesso sieno sostituiti confini amministrat...

  • av Enrico Castelnuovo
    298,-

    ¿Buona sera, Gustavödisse la signora Valeria Inverigo, alzando gli occhi dal suo ricamo e tendendo la mano a un uomo di mezza età, di statura giusta, d'aspetto simpatico, ch'era entrato senza farsi annunziare. ¿Buona Sera, Valeria. Come va? Erano fratello e sorella, ella vedova, egli scapolo. Scambiati i saluti, l'ingegnere Gustavo Aldini si avvicinò alla stufa.¿Qui si sta bene. Dai Nocera faceva un freddö. ¿Vieni di là? ¿Sì¿. Anzi l'Adelaide m'incarica di dirti che ti rimanderà presto quei giornali.

  • av Napoleone Colajanni
    353,-

    Dopo le elezioni politiche generali del 1890, e più ancora dopo quelle del 1892, la stampa che rispecchia le tendenze, i bisogni e i timori delle classi dirigenti italiane, gittò un grido di allarme, additando una macchia grigia sulla carta geografica d¿Italia, che rappresentava la zona dove maggiormente si era rivelato potente per numero di adepti e per organizzazione il socialismo. La macchia era più scura nel Modenese, nella provincia di Reggio Emilia e di Parma; ma si manteneva abbastanza cupa in alcuni punti della provincia di Cremona, nel Mantovano, nel Polesine ecc., mentre si era rischiarata nel più antico centro di diffusione: nelle Romagne.

  • av Giuseppe Ferrari
    298,-

    Eccovi o giudiciosi Lettori, un Furto Poetico. Questa volta l¿Amicizia e l¿inviolabile Dritto di fedeltà sono stati oggetti per me di lieve momento. Una siffatta tradigione usata ad un Amico per il pubblico bene, e per i vantaggi della Repubblica Letteraria mi fa anzi superbo. Le Opere magistrali degli Eruditi, e de¿ Vati egregi non debbono giacere inutilmente sconosciute fra obblio, e la polvere. I Dotti hanno ragione di goderne. I due seguenti Berneschi Capitoli meritavano le Stampe. Sono figli felici di non vulgare Ingegno, e noto a tutti. L¿Abbate Giuseppe Ferrari Segretario in Casa Rangone ne fu l¿Autore.

  • av Paolo Valera
    298,-

    Era venerdì. S¿andava via per l¿atmosfera tepida come tanti punti interrogativi. Gli uni guardavano in faccia agli altri e tutti sentivano dell¿inquietudine dell¿Italia agitata dalla fame. Pavia come Sesto Fiorentino e come Soresina, aveva avuto i suoi ciottoli innaffiati dalla strage militare. Il povero Muzio Mussi, il figlio del vice presidente della Camera, era stato tramazzato al suolo a ventitre anni e la notizia angosciosa, propalata dai giornali, passava sui nervi della cittadinanza come una scarica d¿indignazione. In mezzo alle piazze, lungo le vie, si temeva e si presentiva la fucilata. La conversazione sentiva del momento. Era una conversazione animata, concitata, che lasciava u...

  • av Emilio Salgari
    379,-

    Co... co... co... Che cosa vuol dire, per tutti i tuoni e le tempeste del mare di Biscaglia? Co... co... So che dei pappagalli si chiamano Cocò, ma io credo che chi mi ha scritto questa lettera non sia uno di quei volatili variopinti!... ¿Sarà meglio che chiami mia moglie. Chissà che non riesca a decifrare questi scarabocchi. ¿Panchita!...¿ Una robusta donna sui trentaquattro trentacinque anni, bruna, cogli occhi tagliati a mandorla come le andaluse, vestita leggiadramente, ma colle maniche rimboccate che mostravano delle ben tornite e vigorose braccia, uscí dal lunghissimo banco d'acagiú, dietro a cui stava risciacquando dei bicchieri. ¿ Che cosa vuoi, Pepito? ¿ chiese. ¿ Al diavolo...

  • av Fernando Colombo
    379,-

    Siccome una delle principali cose che appartengono alla storia di ogni uomo savio è che si sappia la sua patria e origine perché sogliono esser più stimati quelli che da grandi città e da generosi progenitori procedono, alcuni volevano che io mi occupassi in dichiarare e dire come l'Ammiraglio procedette di sangue illustre, ancorché i suoi padri per malvagità della fortuna fossero venuti a grande necessità e bisogno, e che avessi mostrato come procedevano da quel Colone di cui Cornelio Tacito nel principio del duodecimo libro della sua opera dice che condusse prigione in Roma il re Mitridate, per lo che dice che a Colone furono date dal Popolo Romano la dignità consolari, e le aquile, e t...

  • av Lelio Brancaccio
    298,-

    I Carichi Militari son sempre stati appo tutte le nazioni del Mondo in tanta stima, che a coloro, che li hanno rettamente sostenuti, benché d¿ignota patria, e d¿un umile stirpe siano usciti, è stato nondimeno spesse volte dä popoli, non pur l¿Imperio de gli eserciti, ma anco l¿assoluto dominio di loro istessi con Regal potestà conceduto. Fra i quali fu uno Agatocle, che uscito d¿oscurissimo lignaggio, e datosi all¿esercizio dell¿Armi, valse in esse sì, che di soldato gregario, Centurione, indi Tribuno di soldati, e finalmente Re di Sicilia, con favore ed applauso di tutto quel popolo, fu creato.

  • av Guglielmo Ferrero
    298,-

    Nella seconda metà del secolo quinto avanti Cristo, Roma era ancora una repubblica aristocratica di contadini, di circa 450 miglia quadrate di superficie , e con una popolazione libera, sparsa quasi tutta nella campagna e divisa in diciassette distretti o tribù rustiche, che non poteva superare le 150 000 anime . Il maggior numero delle famiglie possedevano un piccolo campo; e genitori e figli, vivendo nel piccolo tugurio e lavorando insieme, lo coltivavano quasi tutto a grano, con poche viti ed ulivi; pascolavano sulle vicine terre pubbliche qualche capo di bestiame; fabbricavano in casa gli strumenti rustici di legno e i vestiti, recandosi solo di tempo in tempo nella città fortificata;

  • av Gerolamo Rovetta
    298,-

    Era la mattina dell'ultimo di gennaio del 1842, o del 1843, salvo il vero, e Milano, come quasi sempre le succede in quel torno, era tutta avvolta nella nebbia; una nebbia bigiognola, bassa, fitta fitta, proprio (si diceva così anche allora) da tagliar col coltello. Tuttavia, nemmeno col freddo nè col tempaccio, Pompeo Barbetta, che per colazione s'era ben bene impinzato di panna e di burro, non avea voluto rinunziare alla sua passeggiata per fare il chilo, e mentre l'orologio della torre dei Mercanti batteva le dieci e mezzo, egli, lemme lemme, sbucava, tutto inferraiolato e col naso sepolto nel bavero, da una delle tante stradette che facevano capo in Piazza del Duomo.

  • av Galeazzo Gualdo Priorato
    298,-

    NELLA Catastrofe degli avvenimenti, che vanno sempre più riducendo questo secolo in un gran ristretto di tutti gli passati, le risoluzioni, e talenti di Christina Alessandra Regina di Svetia occupano un posto molto riguardevole. Che una Regina di nascita, e di spirito sì sublime, & epilogo di tutte le Virtù deponga voluntariamente lo Scetro, e venga à piedi del Vicario di Christo, per ricevervi nelle di lui benedittioni una Corona di Paradiso, è risoluzione, che troppo eccede l¿humana capacità non che il costume; il Mondo non hà forse più veduto, chi per far acquisto della vere fede habbia abbandonati i proprij Regni, e per arricchirsi delle gioie del Cielo, si sia spogliato de tesori de...

  • av Emilio Salgari
    298,-

    Il sole tramontava fra una nuvolaglia grigiastra che si era distesa, a poco a poco, gonfiata dal vento di ponente, sopra l'Atlantico. Le onde, che riflettevano la luce, rumoreggiavano, correndo velocemente sull'immensa distesa fra le coste americane e le quattrocento Bermude poste, come tanti ridotti, intorno alla grande Bermuda, la unica isola abitata di quel vasto arcipelago sperduto in mezzo al grande Oceano orientale. Due navi avanzavano, coperte di vele fino al pomo degli alberetti, rollando dolcemente sotto i colpi delle onde che le investivano sulla dritta, sollevandole con fragore.

  • av Guglielmo Ferrero
    298,-

    Cesare si avventurava in Gallia senza nessun disegno ben definito, con scarsa conoscenza del paese e delle sue genti , con non poca trepidazione. Il caso gli aveva dato il governo delle due Gallie così all¿improvviso e all¿impensata, nel febbraio dell¿anno precedente; egli era stato, tutto quell¿anno, siffattamente preso dalle turbolente contese e dagli arruffati intrighi politici, che non aveva potuto informarsi a fondo sulla Gallia, sia leggendo i libri dei viaggiatori, sia consultando i banchieri, i mercanti, gli uomini politici che dalla Gallia narbonese erano in relazione coi Galli liberi.

  • av Cesare Monteverde
    353,-

    ¿Non è possibile.

  • av Emilio Salgari
    379,-

    Pechino, l'immensa capitale del più popoloso impero del mondo, che da migliaia d'anni si erge, al par di Roma, come sfida al tempo, a poco a poca s'immergeva fra le tenebre. Le immense cupole a scaglie azzurre dai riflessi dorati dei giganteschi templi buddisti; i tetti gialli dal lampo accecante degli sterminati palazzi della corte imperiale; i mille ghirigori di porcellana del tempio dello spirito marino che racchiude le tre incarnazioni del filosofo Laotsz; i candidi marmi del tempio del cielo; le tegole verdi del tempio della filosofia; la foresta immensa di guglie e d'antenne sostenenti mostruosi draghi dorati cigolanti alla brezza; le punte arcuate di metallo dorato delle torri, de...

  • av Grazia Deledda
    298,-

    Da lunghi anni nessun fatto interessante turbava la pace dello stazzo di Larentu Verre, quando accadde un avvenimento straordinario. Era una giornata calda di ottobre. Le donne, Coanna la vecchia serva e Millèna la giovane padrona, facevano il pane; zio Larentu era appena rientrato dai campi e se ne stava ritto vicino alla porta spalancata, accomodando la correggia di un fucile. - Io ho fame - diceva alla giovane moglie, mentre stava tutto intento al suo lavoro. - Cosa mi daresti, Millè? - Cosa? - domandò Millèna, volgendosi alla domestica. Le due donne si guardarono bene in viso, interrogandosi a vicenda; poi Coanna si alzò e disse gravemente: - Vorresti un pane col lardo? - Beniss...

  • av Annie Vivanti
    379,-

    La creaturina nella culla aprì gli occhi e disse: - Ho fame. Nulla si mosse nell'ombra della camera silenziosa e l'infante ripetè il breve grido inarticolato. Allora s'udì un fruscìo di vesti, un lieve accorrere di passi: due tenere braccia lo sollevano, e lo acqueta un cinguettìo di dolci parole vane. Ecco per la puerile guancia il fresco petto materno, per la piccola bocca avida ecco la fonte di blande e bianche delizie. Sopita e soddisfatta la creaturina ricade nel sonno.

  • av Charles Baudelaire
    298,-

    Allorquando, per un decreto de le potenze supreme, il Poeta appare in questo mondo annoiato, sua madre spaventata e gonfia di bestemmie stringe i pugni verso Dio, che la compiange: "Ah! perchè non ho procreato tutto un viluppo di serpi, piuttosto che alimentare questa derisione! Maledetta sia la notte dai fuggevoli piaceri in cui il mio ventre ha concepito la mia espiazione! "Poichè mi hai scelta fra tutte le donne per essere la nausea del mio povero marito, e non posso gettare a le fiamme, come una lettera d'amore, questo mostro raggrinzato

  • av Roberto Bracco
    298,-

    ATTO PRIMO Il salotto della dimora di campagna del professor Raimondo Artunni. Non eleganza, ma una signorilità severa, quasi solenne, e una certa aria di casa antica. Sembra un po' la stanza di un vecchio castello. Le suppellettili hanno lo stesso carattere. Verso il lato destro, una tavola su cui è un vaso contenente pochi fiori, qualche pila di libri rilegati, un campanello a timbro. Accanto alla tavola, una poltrona di pelle scura. In mezzo alla parete di fondo, la porta comune, che dà adito a un altro salotto più piccolo. Nella stessa parete, a destra della porta, una finestra, da cui si vede la campagna. Un'altra porta alla parete destra, un'altra a quella sinistra: tutte e due al ...

  • av Anonimo
    298,-

    Al nome del nostro Signore Gesù Cristo crocifisso e della sua Madre Vergine Maria. In questo libro si contengono certi fioretti miracoli ed esempi divoti del glorioso poverello di Cristo messer santo Francesco e d'alquanti suoi santi compagni. A laude di Gesù Cristo. Amen. In prima è da considerare che 'l glorioso messere santo Francesco in tutti gli atti della vita sua fu conforme a Cristo benedetto: ché come Cristo nel principio della sua predicazione elesse dodici Apostoli a dispregiare ogni cosa mondana, a seguitare lui in povertà e nell'altre virtù; così santo Francesco elesse dal principio del fondamento dell'Ordine dodici compagni possessori dell'altissima povertà.

  • av Emilio Raga
    353,-

    Peppe, figliuol mio, sii sempre buon cristiano, e timorato di Dio, che Dio t'aiuterà, e ti guarderà dal peccato e dalle male persone. Ciò lo zio Saverio non si stancava mai dal ripetere a quel monello del nipote, che una sua figliuola, morendo, gli aveva lasciato sulle braccia e corroborava tali parole con degli esempi che n'aveva piena la testa, e che raccontava con quella commovente ingenuità e con quella fede propria de' buoni vecchi. Lui invece stava ad ascoltarlo broncio broncio, con gli occhi bassi, che alzava solamente quando il vecchio volgeva altrove i suoi, e per saettargli uno sguardo di bestia restia ad addomesticarsi. Una delle curiosità archeologiche di S

  • av Federigo Tozzi
    298,-

    Marta e Gertrude avevano la porta allo stesso pianerottolo buio; e la gente sbagliava sempre. Marta era vedova da dieci anni, e Gertrude zitella con i capelli grigi. Stavano lì fin quasi da ragazze; ma si facevano visita soltanto le feste solenni, e poi nessuna di loro entrava più nella casa dell'altra. Anche queste visite erano brevi quanto bastava a parlare del tempo e della salute, e avvenivano la mattina dopo la messa e prima che cominciassero a preparare il pranzo. Marta diceva: «Mi son comprate queste stringhe per le scarpe». «Io avevo bisogno di una sottana meno sporca.»

  • av Federigo Tozzi
    298,-

    Che punto sarebbe quello dove s'è fermato l'azzurro? Lo sanno le allodole che prima vi si spaziano e poi vengono a buttarsi come pazze vicino a me? Una mi ha proprio rasentato gli occhi, come se avesse avuto piacere d'impaurirsi così, fuggendo. Che chiarità tranquille per queste campagne, che si mettono stese per stare più comode! Che silenzii là dall'orizzonte e dentro di me! La strada per tornare a Siena è là. Vado. Le case si facciano un poco a dietro, e quel mendicante non mi cada addosso.

  • av Charles Darwin
    457,-

    È evidentissimo che i fiori del maggior numero delle piante, sono costruiti in modo da essere, o abitualmente o accidentalmente fecondati per incrocio, col mezzo del polline d¿un altro fiore posto, o sulla stessa pianta, o più generalmente, come vedremo in seguito, su una pianta diversa. Talvolta la fecondazione incrociata è assicurata dalla separazione dei sessi; il più delle volte essa lo è perchè la maturità del polline e dello stigma non avviene contemporaneamente. ¿ Tali piante si chiamano dicogame, e furono divise in due sottoclassi: le proterandre, nelle quali il polline matura prima dello stigma, e le protenogine, nelle quali avviene il contrario;

  • av Felice Venosta
    298,-

    «Giova ricordare gli esempi della virtù popolare: così si insegna ad imitarli.» Con animo veramente commosso ci accingiamo a narrare la storia di que' generosi Toscani, che, corsi nel 1848 ne' campi lombardi, mostrarono a Curtatone, a Montanara, alle Grazie, di che fossero ancora capaci le genti italiane, malgrado che tre secoli di schiavitù avessero congiurato a snervare ogni braccio, a soffocare nei petti ogni sentimento di patria. Erano pochi, adolescenti appena, usciti allora allora dai collegi, dalle famiglie, male forniti d'armi, eppure stettero saldi alla tenzone, non fuggirono innanzi ad un nemico fortissimo per numero, per posizioni, per argomenti di guerra.

  • av Scipio Slataper
    298,-

    Henrik Johan Ibsen è nato il 20 marzo 1828, l¿anno di Tolstoi, a Skien, nel Telemarken (Norvegia sudorientale), una delle provincie più ricche di tradizioni e costumi, dove l¿epico Sigurd è diventato uomo e eroe popolare. Skien è oggi una città commerciale e industriale di 12 mila abitanti, centro sempre più importante di linee fluviali e marittime, unita con la ferrovia a Cristiania. Allora era un borgo di provincia, congiunto con un canale al Frierfiord e al mare, di cui viveva, esportando soprattutto il legno tagliato dalle sue segherie idrauliche, e da cui gli arrivavano le notizie del mondo. Skien ha forti tradizioni religiose; nel settecento fu uno dei centri del movimento pietisti...

  • av Byron George Gordon
    298,-

    Di fosco-azzurro mar sui lieti flutti,Come libere l¿alme, illimitatiCosì i pensier, ovunque onda spumeggi,Ov¿aura ne sospinga hanno l¿impero,Un soggiorno n¿additano. Son questiRegni d¿alta possanza, e regni nostri,Ed il nostro vessillo all¿aura sparso,Scettro è cui ceder forza, a ognun che il vegga;E fera sì, ma d¿ogni evento paga,Vita da pace, a guerra, a posa, a stento,Nostro è alternar ¿ Oh chi può dir? non schiavo...

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