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Sappiamo che è lo Spirito a muovere i cuori e a plasmare i desideri. Di sicuro ha guidato anche padre Silvano allorquando, a oltre 70 anni, ha ¿osatö chiedere ai suoi superiori di ricominciare da capo e aprire una nuova missione in Algeria. Lo ha fatto probabilmente instillandogli quel seducente desiderio, che fa capolino ad una certa età, di ritornare alle cose essenziali e di intraprendere la via della purificazione per poter arrivare a contemplare più da vicino il volto di Dio. Per me, scrive padre Silvano, ¿la presenza in Algeria è anzitutto un¿occasione per sentire ancora più forte la presenza di Diö. Luoghi ben precisi sono Tamanrasset, dove visse e morì Charles de Foucauld, e Tibhirine presso le tombe dei monaci. ( Monsignore Lucio Bonomo - Treviso ) La cartolina. E¿ una formula semplice di visitazione anche fuori dall'Algeria. Come Maria, dopo l¿annunciazione, andando dalla cugina Elisabetta, ha sentito il bisogno e la gioia di rivelare il suo segreto. Oggi puoi leggere le sue cartoline aprendo Papa Giovanni XXIII - Le cartoline di Padre Silvano.
La pubblicazione nasce dall'esperienza di accompagnamento dei fidanzati al sacramento del matrimonio della Parrocchia di S. Caterina da Siena a Roma dove negli ultimi anni ha preso corpo un percorso formativo articolato in otto incontri e un ritiro finale per la preparazione prossima alla celebrazione del matrimonio. Partendo da questa esperienza il presente progetto ne sviluppa i contenuti proposti e soprattutto ne esplicita gli obiettivi da raggiungere attraverso gli incontri di formazione. I temi affrontati sono stati sviluppati attingendo alla materia presentata nei seminari in cui si articola il Diploma in Teologia pratica con specializzazione in pastorale familiare dell'Università Gregoriana. Il progetto si struttura attorno agli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere in ciascuno degli incontri e globalmente al termine del percorso. Sono stati anche definiti i criteri di verifica e di valutazione dei singoli incontri. L'esplicitazione degli obiettivi si colloca nella prospettiva pastorale caratterizzata dall'approccio esperienziale del vissuto della coppia nel quale l'accompagnamento mira ad evidenziare la naturale apertura dell'amore sponsale alla rivelazione cristiana.
Il presente lavoro vuole contribuire ad una prima conoscenza del ¿Cantico dei Cantici¿, piccola ma importante opera della Bibbia, affinché chi legge comprenda le linee essenziali, apprezzi il contenuto, rafforzi la fede per un discernimento efficace nelle scelte di vita. Lo scritto è stato mosso dalla mia personale esperienza di vita, soprattutto il cammino vocazionale e si è nutrito nel tempo di numerose letture e di preziosi studi di Padri della Chiesa, di esegeti e teologi. Per questo ho pensato di suddividere la ricerca in due sezioni. Nella prima offro una lettura continua del ¿Canticö, scandita dai vari poemi di cui è composta la collezione, variegata ma unitaria. Ogni poemetto è preceduto da una composizione in versi, di mia mano; questo per un accostamento soprattutto con il cuore; alla porzione di testo segue sempre una breve focalizzazione su un tema centrale, che sia nutrimento alla vita nel Signore. La seconda parte contiene una serie di osservazioni sul testo e spunti di riflessione su temi teologici inerenti, rispettando la scansione precedente; questo per aprire all¿intelligenza profonda del ¿Canticö, stimolare la ricerca, rinviare agli altri Libri della Scrittura.
Davanti alla sofferenza, al dolore, ad ogni situazione di male in genere, che «non si sceglie, si patisce. Ci assale. Ci modifica», l¿uomo non può restare indifferente. Egli sente di essere chiamato a reagire, prendendo una posizione. Quello del ¿defilarsi¿ può essere un atteggiamento: l¿atteggiamento di chi sfugge alla responsabilità, scegliendo di rimuovere il problema e vivere un¿esistenza banale. C¿è poi chi preferisce la ¿rassegnazione¿: «Il soggetto prende atto della drammaticità della presenza del male nella sua vita. Ma lo inquadra all¿interno di un determinismo fatalistico». La ¿ribellione¿ è l¿atteggiamento di chi rifiuta di accettare un determinato stato di prostrazione e si dispera. C¿è infine chi dal dolore riesce a farsi stimolare, mettendosi alla ricerca del senso della propria esistenza: «La sofferenza svela, dunque, la potenzialità. Appella alla responsabilità. E questa è chiamata sempre a trasformare le sfide del dolore in stimoli per un amore più grande».
La condizione del tutto particolare e per molti versi inedita in cui versa oggi il cristianesimo è precisamente di una cattolicità a livello planetario. Non solo nel senso che la comunicazione consente di vivere in contemporanea le fedi ad ogni continente; ma nel senso che i cristiaani di tutti i continenti cercano o sono sollecitati a cercare di tenere presente la fede come si esprime in contemporanea su ogni area del piaaneta. E ciò rappresenta davvero una sollecitazione "cattolica" senza precedenti.
Il passato è passato ma la memoria umana lo rende ancora presente. Ricordare i bei momenti del passato è una fonte di gioia.Il problema è il ricordo delle ferite.Sia che altri ci abbiano fatto soffrire o che noi abbiamo fatto soffrire gi altri. Possono essere seri errori che abbiamo fatto nel passato oppure opportunità che abbiamo perso che ci buttano a terra.In ogni caso, c¿è un problema che accomuna le nostre ferite: danno vita a una memoria ferita e questa memoria tiene la persona prigioniera del proprio passato.La persona rimane ingabbiata nel passato mentre vive il presente.Ci fa vivere una vita di continui rimpianti.Forza la persona a portare dei pesi di ferite sofferte o inflitte o errori commessi, e questi pesi gravano ogni giorno.Tali pesi influenzano la vita fisica, psicologica e spirituale dell¿individuo, in una tale situazione soffriamo doppiamente: il dolore attuale sofferto/inflitto e il continuo ricollegarsi e soffrire a causa sua nella memoria che influenza la persona completamente.Il percorso di guarigione delle memorie libera una persona dal momento congelato del passato.
Lo scritto è composto dalle tante domande che sorgono nel cuore e nella mente umana e quando se ne chiede una spiegazione a qualcuno comporta un dialogo. Il volume perciò è una forma di dialogo per corrispondenza. Le molte domande ricevute le ho raccolte in sei temi che formano le VI Parti del testo. Ho pensato di iniziare con le domande generali che riguardano il rapporto tra la scienza e la fede, per poi proseguire con quei dubbi più specifici che toccano Dio stesso: la sua natura Trina, la sua opera salvifica con l¿incarnazione del Figlio e quanto è relativo della vita cristiana nei suoi sacramenti. La III parte raccoglie le domande circa l¿Aldilà, il giudizio di Dio, l¿inferno e quanto concerne quella vita che si spera ma di cui poco sappiamo. Seguono i problemi per la verità un pö vari che toccano l¿uomo, la sua persona, l¿anima, la fede e anche il culto che si pratica nella vita religiosa. la V parte contiene problematiche di vita morale, l¿etica umana e i molteplici comportamenti che derivano da una concezione che ancora è distinta in bene e in male. L¿ultima parte è dedicata al male, alla sua presenza, al senso e alla sua comprensione nella vita quotidiana.
A conclusione della sua Esortazione apostolica sulla ¿Gioia del Vangelo¿, Papa Francesco ricorda: "gli evangelizzatori con Spirito sono quelli che ¿pregano e lavorano¿; ¿senza momenti prolungati di adorazione, di incontro con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne¿;¿la Chiesa non può fare a meno del polmone della preghierä. Le preghiere pubblicate in questa raccolta hanno diverse genesi: campi-scuola giovanili, riflessioni con studenti, proposte per momenti personali di silenzio e di adorazione, confronti con la quotidianità della vitä Sono preghiere che portano in sé sincerità e concretezza, senza pretese di affinamenti linguistici o poetici. E¿ la realtà di ogni giorno che si pone, in silenzio, davanti a Dio e diventa preghiera di ascolto, di ricerca, di meditazione, di lode, di perdono, di ringraziamento, di contemplazione, di impegno, di speranzäcon le indicazione preziose del Salmo 34: Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Gustate e vedete come è buono il Signore: beato l¿uomo che in lui si rifugia.
Uno degli scritti che ha avuto una certa ¿fortunä, attraverso i secoli, uno degli pseudoepigrafi più influenti della storia del pensiero occidentale, è il Corpus Dionysiacum, il cui autore scrive intorno al VI sec., attribuendosi l¿identità di Dionigi, pagano convertito al cristianesimo dopo la visita di Paolo alla città di Atene. Il testo forse più commentato nel corso dei secoli è stato il De coelestis hierarchia, il cui pensiero teologico è un punto di riferimento per buona parte dei pensatori medievali occidentali. Il ¿simbolo¿, centrale nelle pagine di quest¿opera, diviene la ¿buona sorte¿ nell¿Occidente latino con Giovanni Scoto e la sua Expositiones in Ierarchiam Coelestem, in cui vengono commentate le due accezioni, quella intelligibile e quella sensibile. Questo percorso unisce idealmente due personaggi, l¿autore Anonimo del Corpus Dionysiacum e l¿irlandese Giovanni Scoto del IX sec. d.C., i quali, seppur lontani nel tempo, sono vicini per la riflessione e l¿ampliamento di quelle intuizioni che faranno la ¿fortunä del Medioevo.
A cinquant¿anni dalla morte di Romano Guardini (1885-1968), il pensiero dell¿autore italo-tedesco non ha perso la sua attualità. Questo lavoro vuole esplorare la sua riflessione sul mistero di Cristo alla luce della teologia medievale di san Bonaventura. Gli studi bonaventuriani di Guardini rappresentano la chiave interpretativa per la lettura sistematica della sua cristologia. In questa prospettiva la persona di Cristo è presentata come Centro e Mediatore. Il mistero di Cristo è centrale nella visione cristiana del mondo: nella conoscenza della verità, nel mistero della salvezza e nell¿esistenza cristiana. La centralità teologica del Signore nell¿opera di Guardini è concepita trinitariamente: si tratta della centralità del Mediatore unico e universale della comunione con il Padre nello Spirito Santo.
Il presente lavoro vuole presentare una nuova metodica a sostegno della fecondità, in grado di aiutare le coppie infertili. La naprotecnologia costituisce infatti una nuova proposta nella cura della salute riproduttiva, che segue il processo naturale della fecondità umana, offre una maggiore consapevolezza in un progetto familiare naturale e fornisce inoltre alle coppie la possibilità di migliorare la loro relazione coniugale.
Il presente lavoro, all¿interno delle possibilità conoscitive prodotte in uno studio di licenza, analizza il dogma di Calcedonia attraverso il saggio di Bulgakov ¿L¿agnello di Diö. Nel primo capitolo si evidenzia l¿elaborazione del Concilio di Calcedonia attraverso gli autori del novecento, dando uno sguardo al dettato Conciliare nella sua stesura da parte dei Padri, mettendo in evidenza i problemi rispetto alla sua redazione. Nel secondo capitolo, si analizza il pensiero dei Padri secondo gli studi che il Nostro ha elargito su di loro. L¿ultimo capitolo affronta lo sviluppo teologico del Nostro in rapporto al Concilio di Calcedonia, partendo dalla creazione come luogo all¿interno del quale si dà l¿Incarnazione e la divinizzazione dell¿uomo. Un aspetto importante, più volte evidenziato dall¿autore, è che l¿Incarnazione non è un imprevisto né una violenza ontologica di Dio attraverso la sua onnipotenza, ma risiede nell¿uomo in quanto immagine di Dio.
L¿idea del sacramento matrimoniale, come un cammino di santità, ¿abbracciä diversi approcci possibili nell'ordine della grazia. Il vincolo di tenerezza, che unisce la misericordia all'amore coniugale dà luogo a due sacramenti. La loro sacramentalità indica che il loro spessore, la loro sostanza umana, rinvia all'amore divino che possiede una dimensione nuziale nell'offerta eucaristica e alla misericordia di Dio, che li salva e li reinserisce nella sua amicizia per mezzo del Suo perdono.
È proprio vero che quella dei giovani di oggi è una generazione incredula? È proprio vero che è una generazione uscita dal recinto? O non è piuttosto una generazione che si trova fuori casa, perché della casa-comunità cristiana non ha sentito il profumo, non ha sperimentato il calore delle relazioni, la responsabilità di un coinvolgimento vero, l¿attenzione di un ascolto interessato? Dare fiducia significa essenzialmente due cose, per noi. Innanzitutto capire che non si tratta di cambiare i giovani, ma di lasciarsi cambiare dai giovani. In secondo luogo trovare vie perché essi diventino protagonisti nella vita della chiesa. Accettare di lasciarsi cambiare dai giovani significa comprendere che essi chiedono un nuovo modo di essere chiesa, una chiesa che sappia dare ma anche ricevere, che sia generosa nell¿ospitare, ma anche pronta a lasciarsi ospitare. Non solo una chiesa accogliente, ma che si lascia accogliere, che si fida della capacità di accoglienza dei giovani.
Se Dio misericordioso è assente nella vita spirituale dell¿uomo sarà assente nella sua vita familiare, nella sua attività politica e sociale, come nel suo lavoro culturale. Se l¿uomo non incontra Dio ¿nella profondità della sua animä, andrà a cercarlo solo nei segni esteriori per porre rimedio alla sua solitudine spirituale. Si confonderà nei gruppi, riuniti intorno a fenomeni eccezionali o seguendo scalmanati profeti improvvisati e di passaggio. Se l¿uomo non sarà ¿pieno di Dio misericordioso¿, se non si dedicherà alla silenziosa contemplazione, soffrirà sempre di solitudine, che nessuno psicoterapeuta o compagnia di persone saprà curare, perché Cristo è il Signore misericordioso del cosmo e della storia.
Il De Vera religione fu scritto da S. Agostino dopo il suo ritorno a Tagaste tra il 389 e il 390. Si rivolge al suo amico e benefattore Romaniano dopo l'esperienza esaltante del soggiorno milanese dove aveva ricevuto il dono della fede. Ora intende trarre l'amico fuori dall'angusta prospettiva delle dottrine manichee, a cui l'aveva lui stesso indotto da giovane, per introdurlo a quella ben più vasta e rassicurante offerta dalla religione cristiana. Senza dubbio il De vera religione risponde ad un preciso intento apologetico perché offre le ragioni per aderire alla fede cristiana. Tuttavia Agostino in questo libro mira soprattutto alla conversione di coloro che sono lontani dalla fede. Li invita a quel rinnovamento interiore che può renderli pellegrini sulla via che conduce alla patria celeste e alla perfezione umana. Questo studio tratta dell'"economia"con cui il Mistero di Dio si manifesta nella storia (cf. DV,2): la"dispensatio temporalis". Sono i segni visibili mediante i quali ogni uomo ragionevole può riconoscere il Dio vivente, e addirittura incontrarlo, aderendo a Colui che è la Verità fatta carne, Cristo Gesù. Così l'uomo può raggiungere la felicità attraverso la verità.
La teologia della misericordia mi ha sempre catturato,diventando per me ¿una delle vie¿ per poter arrivare a Dio. La Provvidenza mi ha consentito di vivere ¿il clima della misericordiä, di studiarla e assorbirla in luoghi significativi per il ¿messaggio della Divina Misericordiä: Cracovia, Vilnius e Roma, sulle ¿orme¿ di suor Faustina Kowalska, don Michä Sopo¿ko e Papa Giovanni Paolo II,testimoni della misericordia di Dio. Alla Pontificia Università Lateranense ho scritto la tesi ¿Il mistero di Gesù Misericordioso in santa Faustina Kowalskä, tematica scelta per 4 motivi : 1-¿dare una continuità¿ al mio percorso di studio; 2-integrare la prima ricerca focalizzandomi su una testimonianza di vita vissuta sulla misericordia: suor Faustina,ispiratasi a Sopo¿ko, guida teologica sulla via della comprensione e della diffusione del ¿messaggio della Divina Misericordiä; 3-far conoscere negli ambienti accademici in Italia l¿operato del pioniere della teologia della misericordia; 4-riscattare il tema della misericordia da una visione ¿dolciastra e devozionale¿, mostrando la teologia della misericordia come vero strumento dello Spirito per illuminare e rinnovare il mondo (cf. EG 132).
L¿autore di questo saggio, prima di proporre una teologia rinnovata, ha voluto operare un¿approfondita revisione storiografica, volta da una parte a correggere alcune visioni dell¿età moderna e contemporanea tanto ampiamente diffuse quanto ormai non più sostenibili, e dall¿altra a riportare alla luce, in tutta la loro fecondità, ricchezze di pensiero seminate nei solchi di secoli passati e poi lasciate deperire nella dimenticanza. Proprio dagli stimoli offerti da questa revisione scaturisce la luce per un rinnovamento della teologia capace di sintetizzare, in una visione sapienziale superiore, anche le aspirazioni, a volte incomposte, dei movimenti più progressivi e dirompenti.
«La Misericordia guarirà il mondo, perché la potenza dell¿amore cristiano si alimenta attraverso la fede. La fede non verrà meno ha assicurato Gesù Cristo, finché il mondo esiste. Perciò è necessario resistere nella fede (1 Pt 5,9), giacché l¿avvenire appartiene a quelli che amano, ai vigorosi che fermamente sperano e agiscono. L¿umanità risorgerà come Lazzaro dal sepolcro, perché Dio, nella sua immensa Misericordia non vuole la morte del peccatore. L¿amore farà riabbracciare tutti gli uomini come fratelli e l¿arcobaleno riapparirà, dopo la tempesta di sangue e di odio».
¿Benedetto il Signore; Dio d¿Israele, perché ha visitato e redento il suo popolö (Lc 1,68). Dovremmo fare nostro il canto di Zaccaria per la visita che il Signore continua a fare nella nostra vita attraverso il Vangelo di Luca. È vero che il terzo scritto del Nuovo Testamento è comunemente conosciuto come il Vangelo della misericordia, della gioia, della preghiera, della radicalità, dello Spirito Santo, ma tutte queste tematiche si sono potute sviluppare perché il Figlio di Dio si è incarnato ed è venuto a vivere con noi, per farci diventare come Lui. Tutta l¿opera lucana ci rivela questa intenzione; Gesù assume la nostra povera umanità fino al peccato e alla morte, muore da Giusto per arricchirci della sua vita divina. Luca narra pienamente e completamente quello che Paolo aveva annunciato e dimostrato: ¿Colui che non aveva peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare giustizia di Dio.¿ (2Cor 5,21)); ¿Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.¿ (2Cor 8,9).
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